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Gentiloni preme sulle alleanze per risollevare il Pd

Gentiloni preme per creare alleanze al fine di risollevare le sorti del Pd.

Gentiloni avverte che non basta il Pd, bisogna creare un’alleanza per trovare un’alternativa. Il segretario Maurizio Martina ha indetto una riunione a Scampia: si parlerà della proposta dell’ex premier?

Ecco le sue dichiarazioni:

“Non basta rimettere in sesto il Pd, per tornare a vincere occorre costruire una alleanza per l’alternativa”

che vada dalla sinistra europeista a Bonino e ai moderati liberal-democratici.

Paolo Gentiloni invita i Dem a uscire da una visione unicamente incentrata sul proprio Congresso che, comunque, va tenuto:

“il prima possibile”.

Una prospettiva che in parte si incrocia con quella del segretario Maurizio Martina.

A proposito di questo governo, Gentiloni afferma:

“Credo che sia giusto essere preoccupati, non solo perché in due mesi lo spread è salito di oltre 100 punti”

ma anche per l’incertezza in cui l’Italia è stata condotta con le scelte su Tav, Ilva, Alitalia e col decreto dignità.

Per l’ex premier:

“il peggio deve ancora arrivare”

per cui è meglio lavorare da subito a una

“alleanza per l’alternativa”

al governo populista.

Per costruirla

“vanno coinvolti i corpi intermedi, l’associazionismo, va tessuta una rete”.

Non sfugge che l’espressione “costruire una rete” sia stata usata sabato da Nicola Zingaretti in un post su Fb che ha sollecitato ad accelerare per il congresso.

Nel momento di massima debolezza del Pd, sono proprio le scelte del governo a favorire il progetto di Gentiloni che, nei giorni scorsi, è stato contattato almeno per uno scambio di idee da alcuni leader di associazioni di categoria e di sindacati.

Martina si è mosso nella stessa direzione iniziando sabato a Brescia, una serie di incontri nel Nord (presto anche Bologna e Verona) con le realtà lavoro e della produzione.

Anche la riunione della segreteria a Scampia, dopo quella nella banlieu romana di Tor Bella Monaca, rientra in questa logica. Martina ha spiegato che la sua idea è avanzare una proposta complessiva per le periferie che riguardi

“il contrasto alla povertà educativa, i servizi sociali di prossimità, la riqualificazione urbana degli spazi pubblici”.

La differenza tra Gentiloni e Zingaretti da una parte e Martina dall’altra riguarda i tempi piu’ o meno stretti del Congresso. Gentiloni si dice convinto che a settembre, con la nota di aggiornamento al Def,

“i nodi verranno al pettine”.

Stessa convinzione di uno dei partner dell’alleanza, Bruno Tabacci di +Europa, che dice che il suo partito

“non si tirerà indietro”.

A sinistra del Pd c’è invece piu’ cautela, con Roberto Speranza che osserva:

“ogni richiamo all’unità ha come premessa il cambiamento rispetto alle politiche degli ultimi anni”

cioè rispetto alle politiche dei governi Renzi e Gentiloni.

Il fatto che il ministro Salvini abbia echeggiato frasi di Mussolini e che abbia liquidato gli episodi violenti di razzismo come

“invenzione della sinistra”

potrebbero far riavvicinare i Dem con una parte dei soggetti alla loro sinistra, almeno quelli europeisti.