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L’incoerenza della politica. PD vota Casini che da censore diventa Presidente commissione banche

Il 5 aprile riteneva la commissione d'inchiesta sulle banche un impasto di demagogia, oggi ne diventa Presidente

Uno dei mali atavici del nostro paese è quello di avere poca memoria. O quantomeno di averne troppo poca rispetto alla caterva di fandonie che i nostri politici affidano ai media.

Può accadere quindi che il 5 aprile di quest’anno un politico di vecchia data, Pier Ferdinando Casini, critichi ampiamente qualcosa, salvo cambiare idea dopo averne ricevuto la presidenza.

Sembra una barzelletta ma non lo è. Oggi infatti Pier Ferdinando Casini è stato eletto presidente della Commissione d’inchiesta sulle banche, con 21 favorevoli alla prima votazione con buona pace del PD e dei suoi alleati.

Pur volendo (erroneamente) tralasciarne il merito della questione, sul quale non c’è bisogno neanche di pronunciarsi – basterebbe ricordarsi che quest’uomo fu lo stesso a candidare nelle sue liste Totò Cuffaro, condannato a 7 anni per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra – non si può soprassedere sull’incoerenza dimostrata.

Infatti, lo stesso Pier Ferdinando Casini che il 5 aprile scriveva sul suo blog:

“Banche: Commissione d’inchiesta impasto di demagogia e pressapochismo”

dopo 5 mesi diviene presidente di questa stessa commissione e dichiara:

“Guiderò la commissione senza timidezza per indagare le responsabilità personali o istituzionali”.

Considerando che questa commissione dovrebbe indagare sui misfatti eventualmente commessi da banchieri e politici, non possiamo non porci tre interrogativi:

  1. Che credibilità può avere questa persona?
  2. Voi vi fidereste di lui a tal punto da affidargli una commissione così importante?
  3. Affidereste il vostro Paese a chi invece lo ha messo a capo di questa commissione (ovvero il PD)?