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Indagato papà Boschi ma il Procuratore di Arezzo lo omette alla Commissione sulle banche

Ascoltato dalla Commissione di inchiesta sulle banche, il procuratore di Arezzo non ha detto nulla sulle nuove indagini sul padre della Boschi, indagato per “falso in prospetto” sull’emissione delle obbligazioni subordinate.

La commissione parlamentare che indaga sugli scandali bancari sta svolgendo diverse audizioni. Tra queste è stato chiamato il procuratore di Arezzo, Roberto Rossi, che ha omesso di riferire qualcosa di fondamentale: Pier Luigi Boschi, padre del sottosegretario alla presidenza del Consiglio ed ex vicepresidente di Banca Etruria, è coinvolto in una nuova indagine, per la quale è stato iscritto nel registro degli indagati “per falso in prospetto”.

Le indagini della procura indagano sul prospetto redatto dalla banca per l’emissione delle obbligazioni subordinate, dalla cui vendita è derivato lo scandalo. L’operazione era stata decisa dai manager della banca per  aggiustare i conti della banca, dopo che i soci avevano deciso di non sottoscrivere l’aumento di capitale. Nel prospetto informativo, però, non sarebbero stati indicati i rischi per gli investitori, come previsto dalla legge. A segnalarlo alla procura è stata la Consob, notificando inoltre multe per oltre due milioni di euro agli amministratori dell’istituto di credito.

Al padre della ministra Boschi, sono stati chiesti circa 30 mila euro. Il procuratore al momento dell’audizione non ha detto nulla in Commissione. Ragione per cui rischia il deferimento al Csm.

E mentre il M5s attraverso una nota del senatore Carlo Martelli attacca, chiedendosi il perchè di questo silenzio.  Il Pd tenta di difendersi accusando chi punta il dito contro i democratici creare inutile caos. Franco Vazio, parlamentare pd e componente della Commissione d’inchiesta sulle banche, spiega così:

«L’insistenza di fare confusione su Banca Etruria nasconde l’obiettivo di non parlare dei veri problemi delle Banche. I 5 Stelle sono incompetenti e non conoscono regole e leggi. Il pm Rossi in Commissione ha descritto i fatti, i documenti e le ragioni per le quali non è stato chiesto il rinvio a giudizio di Boschi per bancarotta. Rossi ha anche spiegato il perché: i crediti deteriorati che sono alla base del crack di Banca Etruria sono datati 2007/2010 quando Boschi non era nel suo cda e perché Boschi non mai ha dato il via libera all’erogazione di crediti deteriorati, che poi non sono stati rimborsati. Su questo è stato audito il pm Rossi in Commissione Banche. Ai 5 stelle interessa solo la famiglia Boschi. A noi interessano le famiglie italiane. Noi non facciamo polemiche, pretendiamo la verità. I risparmiatori hanno bisogno di questo».