L’ Isis compie una delle stragi più sanguinose di sempre. 235 morti ad ora, ma il numero continuerà a salire. Stavolta l’obiettivo non sono stati gli occidentali o i cristiani ma gli stessi musulmani.
L’agguato è avvenuto presso la moschea nel Sinai nei pressi del capoluogo settentrionale della penisola, Al-Arish. Un commando armato di tutto punto ha rotto l’armonia dei fedeli in preghiera lanciando prima degli esplosivi direttamente dai quattro fuoristrada, poi ha aperto il fuoco nella moschea Al-Rawda di Bir al-Abed, una località a pochi chilometri da Al-Arish, che già altre volte è stata interessata da attacchi degli islamisti che si nascondono nella zona montagnosa al confine fra l’Egitto e Israele.

Per ora i morti sono 235 ma secondo fonti ospedaliere del Cairo, ci sarebbero anche centinaia di feriti. La polizia locale ha confermato che i terroristi sparavano con armi automatiche, ovvero mitragliatrici montate sui fuoristrada sui fedeli che cercavano di scappare. Secondo alcune indiscrezioni l’agguato avrebbe avuto uno scopo ben preciso: uccidere un gruppo di agenti presenti nella moschea per il venerdì di preghiera.
Per raggiungere questo obiettivo l’Isis non ha esitato a sparare sugli stessi musulmani. In Egitto infatti è in assoluto la prima volta che viene colpita una moschea con un attacco così sanguinoso. Ciò avviene perchè il califfato considera miscredenti anche i musulmani che si schierano con i regimi laici. Il presidente Abdel Fatah al-Sisi è salito al potere nell’estate del 2013 dopo aver deposto il presidente islamista Mohammed Morsi, legato ai Fratelli musulmani.