Kyrie Irving ai Celtics; l’anima di Boston vola in Ohio
Di tutti gli scambi possibili per Kyrie Irving, alla fine prende corpo quello al contempo più sensato e più indicibile. Le due maggiori rivali ad est scambiano tra di loro, tagliando fuori il resto della lega. Boston prende il prezzo pregiato, Cleveland il miglior ritorno possibile. Ma, alla fine, questo scambio chi l’ha vinto?
Lo scambio: Kyrie Irving va a Boston in cambio di Isaiah Thomas, Jae Crowder, Ante Zizic e la 2018 first rounder dei Brooklyn Nets di cui Boston era detentrice (sempre un’infausta conseguenza del suicidio dei Nets anni fa per prendere Pierce e Garnett..).
Cosa ci guadagna Cleveland: I Cavs fanno il colpo, considerando che i frameworks degli altri scambi cui si era più o meno pubblicamente accennato includevano giocatori come Eric Bledsoe, Wilson Chandler o Goran Dragic; tutti buoni giocatori ma nessuno buono come Isaiah Thomas, tutti giocatori ispirati da un sano spirito competitivo ma nessuno ispirato dal sacro fuoco dello scontro cestistico ed anche fisico quanto Jae Crowder- a proposito di Crowder: sotto contratto per i prossimi tre anni ad una cifra prossima ai 22 milioni complessivi, meno di 7.5 milioni l’anno per una delle più solide combo forwards di tutta la lega, uno dei rapporti salario/efficienza in campo più nettamente sbilanciati a favore della franchigia datrice di lavoro che ci siano in giro per l’Nba.
Non bastassero Thomas e Crowder, Cleveland porta inoltre a casa il centro croato Ante Zizic, 20 anni, pronto a fare quest’anno il suo debutto in Nba- Zizic, scelto alla 23 dai Celtics al draft 2016 e lasciato un altro anno in Europa a maturare, ha impressionato sia a livello di Adriatic League prima che poi nella competitiva Lega turca ed appunto in Eurolega col Darussafaka allenato da Coach Blatt nell’ultima stagione; in gergo Zizic è una throw-in, un giocatore sconosciuto buttato lì per fare tappezzeria e consentire ai salari coinvolti nello scambio di matchare cioè di pareggiarsi secondo le regole salariali Nba, difficile però pensare a delle throw-in con più potenziale dello sconosciuto (per ora) Ante Zizic. Potenzialmente un gran colpo per il futuro dei Cavs.
Parlando di futuro: la 2018 first rounder dei Brooklyn Nets di cui i Cavs sono stanotte entrati in possesso via Boston potrebbe rivelarsi come la migliore assicurazione sul futuro che i Cavs potessero sperare: dipenderà esclusivamente dal record dei Nets, i quali hanno farcito il roster col talento di Russell, il tiro di Crabbe e la difesa di Carroll e dichiarano di avere come unico obiettivo stagionale i play-off nella depauperata Eastern Conference di quest’anno; si presentano però ai nastri di partenza con alcune strutturali lacune che dovrebbero lasciar ben sperare i tifosi di Cleveland, in particolare un pacchetto lunghi praticamente inesistente con il mini-quattro Hollis-Jefferson e Mozgov(?) da centro più il buon veterano Trevor Booker, Quincy Acy e il rookie da Texas Jarett Allen. I Cavs sperano.
Il rischio per Cleveland: in due parole, the hip. L’anca di Thomas è l’unica vera preoccupazione di Cleveland in questo scambio, l’unica cosa che potrebbe far ritorcere lo scambio nettamente contro i Cavs. L’anca potrebbe condizionare il rendimento sul parquet di Thomas e un suo rendimento altalenante potrebbe rendere problematico, la prossima estate a 29 anni compiuti, raggiungere un accordo sul rinnovo contrattuale tra il piccolo grande play di Tacoma e la franchigia del complicato proprietario Dan Gilbert. Da tenere a mente che Thomas percepirà quest’anno dai Cavs appena 6.2 milioni di dollari e così come aveva informato i Celtics di aspettarsi tra un anno un max contract da Danny Ainge così si presume informerà Dan Gilbert di volere tra una anno analogo max contract da Cleveland. Evidentemente molto dipenderà da quell’anca considerando che il gioco di Thomas si basa sulla sua quasi incontenibile velocità/agilità e che buona parte delle sue grasse statistiche offensive dipendono dalla sua capacità di drenare falli e andare in lunetta- l’anno scorso, nella regular season 7.8 liberi segnati a partita su 8.5 tentativi a gara (91%), nei play-off 6.1 liberi segnati a partita su 7.4 tentativi di media a gara (82%).
Cosa ci guadagna Boston: Kyrie freaking Irving. The shot. Quello che spara in faccia a Steph Curry la tripla che regala ai Cleveland Cavaliers il tanto agognato titolo Nba e al depresso (economicamente) stato dell’Ohio un titolo nobiliare di natura sportiva di cui fregiarsi nel confronto con gli altri stati americani. Boston porta a casa una lead guard venticinquenne dalle mostruose abilità offensive che vanta statistiche secondo le quali il suddetto Kyrie Irving sarebbe un historically great scorer in situazioni di isolamento. Secondo alcuni, offensivamente il più potente giocatore di uno-contro-uno della post modernità Nba. Irving va a Boston a fare l’alpha dog, la prima punta, il leader, il giocatore franchigia. Così si giustifica il prezzo notevole che Danny Ainge si è reso disponibile a pagare pur di averlo. Irving troverà a Boston una coppia di secondi violini di altissimo livello come Hayward e Horford; in più i Celtics sono riusciti ad evitare che nello scambio venissero coinvolti Jaylen Brown e Jayson Tatum così proteggendo il lavoro fatto negli ultimi due draft per il presente e il futuro della franchigia. Irving, Hayward, Brown, Morris, Horford + Rozier, Smart, Tatum, Ojeleye, Baynes. Giudicate voi.
Il rischio per Boston: (un dubbio rimane). Troppo forte la tentazione per Ainge di avere i nuovi big three in maglia green con la speranza di riportare i Celtics sulla vetta più alta della Eastern e, Warriors permettendo, prima o poi pure sulla vetta della lega tutta. Un dubbio, però, rimane: non sarebbe stato nei migliori interessi di Boston lasciare Cleveland col cerino in mano e aspettare che Irving finisse magari da qualche parte nel selvaggio West Nba per poi osservare tra un anno l’addio (di nuovo) di LeBron ai Cavs, vedendosi così spalancare le porte di un chiaro dominio ad Est (Wall&Beal permettendo)? Non c’è il fondato dubbio che Boston per rafforzare se stessa abbia però al contempo rafforzato Cleveland al punto da dare a LeBron buoni motivi in quantità necessaria a rimanere ancora nella sua città natale? Only time will tell. For now, enjoy the show.