Napoli– Le organizzazioni criminali tornano al passato. Riparte il contrabbando di bionde
Le organizzazioni criminali di Napoli città e della provincia, sono in costante metamorfosi. Una condizione necessaria per sopravvivere.
Cambiano le strutture, le gerarchie, i codici, ed anche gli ambiti di interesse. Stando all’ultima relazione della Dia, i cartelli criminali starebbero investendo –direttamente e non- nel business del contrabbando di bionde.
Questa delocalizzazione –si legge nel documento- è dovuta in particolare a due fattori. Da un lato, l’intensa attività degli investigatori ha bloccato gran parte delle attività illecite svolte dai clan; dall’altra, le denunce dei cittadini hanno abbattuto il muro dell’omertà dietro al quale i clan si proteggevano.
In questo scenario, torna protagonista il business delle bionde che fino alla fine degli anni ’80 ha rappresentato, per le organizzazioni criminali, una delle più consistenti fonti di guadagno.
La prova di questo ritorno al passato, arriva dalle indagini sul duplice omicidio di Afragola. Di recente infatti, si è scoperto che ad eliminare i due presunti specialisti del contrabbando, sarebbero stati due giovanissimi legati al sodalizio Amato–Pagano di Melito che già da tempo avrebbe cominciato a rifornirsi dai due.
Secondo gli inquirenti, le cosche avrebbero interessi diretti ed indiretti nell’affare delle bionde.
Alcuni clan si limiterebbero a pretendere denaro da chi opera in questo ambito.
Inoltre, stando alla relazione ultima della Commissione Parlamentare Antimafia, con il ritorno del contrabbando, le organizzazioni partenopee avrebbero rinnovato e consolidato i propri rapporti con i cugini dell’Est. Gran parte delle bionde vendute agli angoli delle strade, provengono infatti dall’Europa dell’Est.