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La Fake News sui sacchetti biodebradabili: ecco cosa c’è da sapere

Nelle ultime ore i sacchetti biodegradabili sono tristemente diventati il tema centrale dell’agenda politica.

Il Governo infatti, vincolato da una Direttiva Europea, la 270 del 2015, ha stabilito che dal primo gennaio 2018 i sacchetti utilizzati per imbustare frutta, verdura, pesce, affettati e altri prodotti alimentari dovranno essere esclusivamente biodegradabili ed a impatto zero per l’ambiente e che questi avranno un costo di 0.02 centesimi per i consumatori.

La ratio di questa nuova legge è quella di ridurre il consumo di sacchetti di plastica e incentivare l’uso di quelli biodegradabili per salvaguardare l’ambiente.

Nell’era delle card e dei 280 caratteri però, non è facile spiegare ai cittadini cosa sia una Direttiva Europea (anche perché molti non lo capirebbero) e quanto importante sia adottare alcune misure per salvaguardare l’ambiente ed è molto più semplice strumentalizzare una vicenda assai complessa per fini politici.

Nelle ultime ore, nelle chat facebook, whatsapp e telegram sta circolando l’ennesima FakeNews montata arte contro il Partito Democratico, secondo la quale l’ex Premier Matteo Renzi avrebbe ordinato a Paolo Gentiloni di adottare la legge sui sacchetti biodegradabili per favorire una sua amica detentrice, secondo l’ideatore della bufala, del monopolio per la produzione di sacchetti biodegradabili.

Il messaggio contiene tutti gli elementi che servono per rendere virale una Fake News:
  • È scritto in un italiano approssimativo;
  • È sintetico e non scende nei dettagli;
  • Mira a fomentare l’odio nei confronti di Matteo Renzi e del PD, simbolo – secondo l’immaginario comune – della kasta che aggredisce i più deboli per ottenere un tornaconto personale;
  • Invita il destinatario con un FATE GIRARE in maiuscolo ad inoltrare la notizia ai suoi contatti affinché tutti conoscano la verità che i TG – anch’essi assoldati dalla kasta – vogliono a tutti i costi nasconderci.

Ciò che c’è da sapere riguardo questa nuova legge è che è stata introdotta per disincentivare il consumo di sacchetti di plastica per motivi legati all’inquinamento ambientale e che l’Italia, raggiunta da una Direttiva Europea e cioè vincolata dall’Europa al raggiungimento di un risultato, si è adeguata lo scorso agosto scongiurando il pericolo dell’ennesima infrazione che sarebbe costata agli italiani molto più di 1 o 2 centesimi.