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La presa della Bastiglia e il giudizio di Marx sulla Rivoluzione francese

 

Era un martedì come questo, quello del 14 luglio 1789, quel giorno a Parigi si consumava l’evento culminante della Rivoluzione francese.  L’evento che diede avvio ad un decennio di  cambiamenti che ebbe conseguenze sulla storia d’Europa e non solo.

Quel giorno i rivoltosi si diressero verso la prigione fortezza perché era il simbolo dell’ancien régime e del potere monarchico. L’operazione non fu indolore, alla fine della giornata si contarono circa cento morti e più di sessanta feriti, tutti tra i rivoltosi, Furono solo 7 i prigionieri liberati: quattro falsari, due malati mentali e un libertino, tra questi il marchese Donatien Alphonse François de Sade.

Fin qui la cronaca, ma quel decennio partito dalla presa della Bastiglia rappresentò, tra arretramenti e avanzate, un balzo in avanti per l’umanità: l’introduzione del principio di uguaglianza (sociale e fiscale), l’abolizione della schiavitù, della tortura, dei “reati immaginari”, omosessualità, eresia, stregoneria, e della religione di stato.

Lo stesso Carlo Marx è stato affascinato dalla Rivoluzione francese, così come molti altri intellettuali della sua generazione, ai suoi occhi, essa era la rivoluzione per eccellenza «la più colossale rivoluzione»

Nonostante questo giudizio per Marx si tratta, senza ombra di dubbio, di una rivoluzione borghese. Nel 1848 ne la «La bourgeoisie et la contre-révolution», l’intellettuale tedesco scriveva, «E’ stato il trionfo della borghesia, ma il trionfo della borghesia allora è stato il trionfo di un nuovo sistema sociale, la vittoria della proprietà borghese sulla proprietà feudale, del sentimento nazionale sul provincialismo, della concorrenza sul corporativismo, della condivisione sulla burocrazia (…) dei lumi sulla superstizione, della famiglia sul nome, del diritto borghese sui privilegi medievali.»

Dunque, la Rivoluzione francese rappresenta uno straordinario passo avanti, ma non basta, c’è la necessità di una nuova rivoluzione, una rivoluzione sociale – quella che Marx definisce, nel 1844, come «l’emancipazione umana» in opposizione all’emancipazione solamente politica.

Quella “nuova rivoluzione”, quella rivoluzione dell’”emancipazione umana” arriverà, ma bisognerà aspettare un altro martedì, quello del 7 novembre del 1917 e la presa di  Palazzo d’Inverno a San Pietroburgo.