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L’incoerenza dei sindaci Pd sul referendum lombardo-veneto

Pd del Nord: i sindaci lombardi e veneti uniti in un comitato a sostegno del “sì”. Scelta incoerente in vista dei referendum consultivi del 22 ottobre.

Il 22 ottobre i cittadini lombardi e veneti saranno chiamati ad esprimersi sul tema dell’autonomia delle loro regioni, in seguito ai referendum consultivi indetti anche e soprattutto sotto la spinta dei due governatori leghistiRoberto Maroni e Luca Zaia.

La Lega, si sa, ha sempre sostenuto l’autonomia del Nord Italia. Fin qui tutto chiaro, tutto lineare. Ciò che salta all’occhio è però l’improvviso revirement dei sindaci Pd che, solo pochi mesi fa, appoggiavano la “riforma mancata” di Renzi. Tra le tante, infatti, il provvedimento renziano proponeva esattamente l’opposto di quello che viene chiesto oggi dalle regioni lombardo-venete e che viene sostenuto dai sindaci Pd. Un’incoerenza di fondo, dunque, che non può non destare qualche perplessità.

La riforma renziana dello scorso anno mirava alla riorganizzazione delle autonomie locali, tramite uno slittamento di maggiori poteri a favore dello Stato. Principalmente in materia d’istruzione, di coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario, di produzione e trasporto di energia, di porti ed aeroporti civili, nonché in materia di tutela della salute ed in tanti altri settori. In che modo? Tramite una revisione del nostro Titolo V, quella parte della Costituzione italiana in cui vengono individuate le autonomie locali, appunto.

I referendum consultivi invocati da Maroni e Zaina, invece, propongono e pretendono esattamente l’inverso: “forme e condizioni particolari di autonomia” per il Veneto e per la Lombardia. A valle dell’iniziativa referendaria vi è, infatti, la richiesta per il trasferimento di maggiori competenze dal governo nazionale, nel solco di quanto concesso dall’articolo 116 della Carta Costituzionale.

Indubbiamente, non può non solleticare la curiosità di molti il fatto che Giuseppe Sala (sindaco di Milano), Giorgio Gori (sindaco di Bergamo) ed altri sindaci del Pd lombardi e veneti si siano, appunto, uniti in un comitato a sostegno del “sì”, passando (in un solo anno) dall’appoggiare un referendum costituzionale che riduceva poteri ed attribuzioni regionali, al promuovere un referendum consultivo che mira sostanzialmente all’opposto.