Dopo la sconfitta di domenica, il MoVimento5stelle corre ai ripari mostrando la sua vera identità.
Dai corridoi degli uffici di via Morone arrivano accuse a carico di Virginia Raggi, mentre Davide Casaleggio accusa Beppe Grillo del flop decretato dalle urne. Per molti, gran parte delle colpe per i risultati di domenica, ricade sul Sindaco Capitolino ed è proprio da lì, dalla Capitale, che Beppe Grillo decide di ripartire rivelando la vera identità del MoVimento, vale a dire quella della peggior destra populista di sempre. Poche ore fa infatti dal blog di Grillo,è stata annunciata la caccia ai Rom, perpetuata tramite lo smantellamento dei campi nella Capitale e l’espulsione dei mendicanti dalla Città.
Bisogna smantellare i campi Rom –si legge nel post– l’UE ha messo a 3.8 milioni a nostra disposizione e se non li usiamo per chiudere i campi rom, li perderemo. Chi vive nei campi Rom, è fuori. Chi chiede soldi in metropolitana, magari con minorenni al seguito, è fuori.
Un provvedimento degno della peggior destra di sempre. Già lo scorso gennaio, Carlo Stasolla –una delle migliori penne di Marco Travaglio– criticava l’amministrazione capitolina per il grande bluff sul piano di lavoro previsto per far fronte alla questione rom.
Il Piano di Lavoro stabilito dalla Giunta Raggi appare, nella forma come nella sostanza, un appunto lasciato sulla scrivania di qualche dirigente comunale ed infilato frettolosamente come allegato in una Memoria. –si legge nell’articolo– Da gennaio a luglio 2017 prevede 24 attività promosse da una trentina di soggetti chiamati ad incontrarsi attorno ad uno o più Tavoli. Si parla di generici «contatti con le autorità di gestione», incarica la Guardia di Finanza in «accertamenti patrimoniali», lancia la proposta di partenariati per bandi europei e termina con una vaga «stesura Report e incontro monitoraggio, assessment e risoluzione problemi». Nel Piano di Lavoro mancano quelli che Tommaso Vitale, docente della Sciences Po, chiama «i presupposti per governare il problema». Non è chiaro chi siano i responsabili del superamento degli insediamenti in seno alla macchina comunale; non si prevedono percorsi di accompagnamento sociale differenziato; non si precisano risorse; nessun cenno, dopo Mafia Capitale, all’importanza della trasparenza nei protocolli. Non sembra proprio che il Piano di Lavoro possa puntare ad offrire soluzioni in maniera duratura e strutturale trattandosi di un elenco disordinato di punti appesi a un foglio, scollegati tra loro e indefiniti.
Problemi ancora attuali, quelli esposti in gennaio da Stasolla. Dal blog di Grillo infatti, non si fa alcun accenno a percorsi di accompagnamento sociale né si precisa come verranno gestite le risorse. Lo smantellamento avrà inizio tra pochi giorni. I primi della lista sono i campi della Monachina e La Barbuta. 700 persone, tra cui molti anziani e bambini, si troveranno senza un tetto, vittime di una strategia politica volta a dare risposte alla pancia degli italiani e di un’amministrazione incapace di gestire una questione tanto delicata tramite programmi di reinserimento e che si preoccupa solo di non perdere i 3,8 milioni di quell’Europa che tanto odia.