Taglio degli stipendi, abolizione dei privilegi e contrasto assoluto alle politiche del Partito Democratico: Sono questi i comandamenti che la Casaleggio associati ha trasformato nelle parole d’ordine dell’esercito del MoVimento5Stelle. Diktat che a contatto con la realtà però, si sciolgono come neve al sole.
I 5stelle un merito ce l’hanno, ed è quello di essere riusciti a vendere come proprie iniziative come l’istituzione del fondo per le piccole medie imprese.
Grazie ad una singolare ed efficace strategia comunicativa infatti, il comico genovese è riuscito ad inculcare nella mente di molti che il fondo per le piccole e medie imprese, istituito dal Governo Prodi e gestito dal Ministero dello Sviluppo, sia stato creato dai 5 stelle e che i parlamentari grillini abbiano finanziato centinaia di piccole e medie imprese.
In realtà non è così, il m5s non ha creato alcun fondo per le imprese.
D’altronde, come avrebbe potuto?
In nessuno Stato al mondo un partito finanzia direttamente le imprese.
Su quali basi sceglierebbe le aziende da finanziare?
Il Fondo di Garanzia per le PMI è uno strumento istituito con legge 662/96 ed è operativo dal 2000, cioè da ben 9 anni prima che il M5S nascesse ed è gestito dal Ministero dello Sviluppo Economico.
Questo fondo, nato con l’obiettivo di favorire l’accesso ai fondi per le piccole e medie imprese, viene finanziato con soldi pubblici. Ed è lo stesso Ministero ovviamente ad istruire le pratiche e a stabilire a chi spettano i finanziamenti.
L’unica cosa che fanno i parlamentari del M5S è quella di versare una piccola parte dei loro stipendi in questo fondo, cosa che fanno anche i parlamentari di altri gruppi politici.
Ma non è tutto. Sempre grazie alla efficace strategia comunicativa, il MoVimento del comico genovese è riuscito a far passare il JobsAct di Renzi come male assoluto, da cancellare non appena al Governo. Anche in questo caso però, la realtà è un’altra. Il MoVimento5Stelle pare abbia apprezzato molto quella che è passata alla storia come una delle più importanti Riforme dei 1000 giorni del Governo Renzi. Si è infatti scoperto che i 39 dipendenti del gruppo 5stelle della Camera dei Deputati, sono stati prima assunti e poi licenziati grazie al tanto odiato JobsAct. È di poche ore fa la notizia del licenziamento di tutti i dipendenti del gruppo 5stelle della Camera.
Le ragioni dei licenziamenti sono ignote, esattamente come quelle del licenziamento di Lorenzo Andraghetti, l’ex assistente di Paolo Bernini(m5s) balzato agli onori della cronaca per aver denunciato il suo ex datore di lavoro alla trasmissione le Iene. Il Bernini, avvalendosi di un privilegio che dice di voler abolire, quale quello dell’impignorabilità dello stipendio, si è rifiutato di risarcire il suo ex dipendente nonostante il Tribunale del Lavoro abbia stabilito, con Sentenza esecutiva, un risarcimento di 65mila euro.
Immediata, a seguito del licenziamento di massa, la risposta della Federazione della Stampa che ha accusato il Movimento5Stelle di doppia morale.
Non esiste alcun problema sindacale –ha fatto sapere lo staff del M5S– pertanto ringraziamo dell’interessamento la FNSI ma la invitiamo a rivolgere le proprie attenzioni a quei giornalisti precari e freelance che non hanno la fortuna di poter contare su un contratto giornalistico.