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Di Maio e la disonestà intellettuale: Un programma di Governo contrario alla Costituzione

Quello che si diceva  di Matteo Renzi nel 2013, all’indomani del congresso del PD che lo vide vincitore e cioè che fosse troppo giovane per rappresentare l’Italia nel mondo, oggi lo si dice di Luigi Di Maio. Lei si sente pronto? Sta studiando?  Noi ci candidiamo a classe di Governo  perché ne siamo all’altezza.

Si apre così l’intervista fatta dall’Agi al vice-Presidente della Camera dei Deputati Luigi Di Maio. Gli argomenti trattati, sostanzialmente sono due: Referendum sull’Euro e le Pensioni dei Parlamentari e per entrambi, sono necessarie delle importanti precisazioni.

Non ci hanno mai chiesto se volevamo entrare nell’Euro -dice il vice-Presidente della Camera dei Deputati– ora chiediamo ai cittadini se ci vogliono restare.

C’è dunque l’intenzione di sancire, tramite Referendum, l’uscita dell’Italia dall’Euro. Ma ciò che sfugge a Luigi Di Maio è quanto enumerato all’art.75 della nostra Costituzione, e cioè:

Non è ammesso il referendum per le leggi tributarie e di bilancio, di amnistia e di indulto, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali.

L’entrata dell’Italia nell’Euro è stata sancita nel ’92  con il Trattato di Maastricht e dunque, un Referendum sull’uscita dall’Euro si configurerebbe come Referendumdi autorizzazione a ratifica di un trattato internazionale” e quindi, contrario alla nostra Costituzione.
Riguardo ai vitalizi, il vice-Presidente, durante le battaglie da 140 battute, accompagnate da hashtag ad effetto come #SiTengonoIlPrivilegio, dimentica di dire cosa prevedeva la delibera presentata il 22 marzo 2017 dal MoVimento5stelle alla Camera dei Deputati e perché questa è risultata inapplicabile.  La delibera presentata dai parlamentari del MoVimento5stelle era mirata solo agli assegni pensionistici dei Deputati della attuale Legislatura, cioè non toccava in alcun modo i vitalizi  maturati in passato, a differenza di quella presentata dal Partito Democratico –poi approvata- che ha sancito, di fatto, un risparmio per i cittadini di 2milioni e 500mila euro annui. Ma il vero problema della delibera presentata dal Movimento5stelle era la inapplicabilità. Essa infatti prevedeva che i contributi versati alla Camera venissero unificati a quelli versati nelle casse dell’Inps. Tali modifiche però, possono essere apportate solo tramite testo legislativo. A dirlo è stato Tito Boeri -economista italiano nonché  presidente dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale(INPS)- che in un’intervista al Sole24ore ha inoltre dichiarato di non condividere la  proposta del M5S sui vitalizi  perché questa intervenendo esclusivamente sugli attuali parlamentari -cioè su quelli che ancora non  percepiscono vitalizi- e lasciando agli altri tutti i privilegi di cui godono, non prevede grandi risparmi.