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Mastella show a Porta a Porta: “Furono i servizi segreti a farmi fuori”

Clemente Mastella parla del suo calvario giudiziario durato quasi dieci anni fino alla recentissima assoluzione, a Porta a Porta. Si presenta con la moglie Sandra e riceve una telefonata da Silvio Berlusconi. Per l'ex Guardasigilli, fu fatto fuori dai servizi segreti.

Clemente Mastella sceglie lo storico programma condotto su Rai 1 da Bruno Vespa, Porta a Porta, per raccontare il suo calvario giudiziario fino alla notizia dell’assoluzione che il tribunale di Napoli gli ha dato. Assoluzione dall’accusa di concussione festeggiata a Ceppaloni, il suo paese, con i fuochi di artificio e dice:

Ho fatto un piccolo voto

al Santuario della Madonna delle Grazie di Benevento.

Commosso, si presenta in tv con la moglie Sandra, finita nove anni fa ai domiciliari per questa vicenda e afferma:

Non furono i giudici, ma i servizi a farmi fuori. Nessuno dei miei colleghi ministri mi mostrò solidarietà, tanti mi trattarono come una sorta di nipotino di Belzebù.

Marito e moglie ripercorrono il loro calvario giudiziario durato quasi dieci anni, mostrando grande rabbia nei confronti di chi li ha denigrati e ignorati e mostrando a tratti, di voler scoppiare a piangere, tanta è stata l’emozione.

L’ex Guardasigilli lamenta:

Ero un obiettivo facile, uno piccolo e nero, meridionale della Prima Repubblica.

E poi si giustifica:

Il governo Prodi cadde non per colpa mia. Lo dimostrano i numeri. Al Senato vennero meno alcuni esponenti della Margherita. Non c’erano i numeri, anche con i miei due voti targati Udeur. Eppure è stata data la colpa a me.

E continua:

Credo che un Paese in cui uno si alza e finisce in galera non vada lontano. Ora serve una riconciliazione. No a guerre tra politica e giustizia, ma lavoriamo assieme soprattutto sui tempi del giudizio.

Ciò di cui si mostra ancora dispiaciuto è l’atteggiamento dei colleghi durante quella burrasca:

Nessun collega volle venire in tv a esprimermi solidarietà, anche quella ipocrita. Nessuno tra chi era ministro grazie a me. Solo Chiti mi fu vicino al Senato.

La moglie Sandra, si lascia trasportare dalle emozioni e afferma:

Abbiamo resistito grazie alla grande unità della nostra famiglia, e non è un fatto scontato.

Mastella non vuole dire addio alla politica:

Le candidature che mi stanno offrendo di qua e di là però non mi interessano, continuerò a fare il sindaco di Benevento.

In merito alla mancanza di commenti della sua assoluzione da parte di Prodi, non vuole polemizzare in trasmissione ma dopo si lascia andare ad un piccolo sfogo:

Per lui è comodo dire che cadde per colpa mia. Ma se fosse sincero, Prodi dovrebbe dire che ci fu una strategia per fotterlo portata avanti da Veltroni. Ma così metterebbe in crisi l’Ulivo e tutta la stagione successiva. Io ero parte lesa.

Ad un certo punto si assiste ad un colpo di scena: un collaboratore gli porge il cellulare perché Silvio Berlusconi vuole parlare con lui e la moglie ed esprimere la sua solidarietà. Accenna al caso, parlando di “manina oscura” dietro tutto.

Mastella poi dice:

Ebbi subito la percezione che ci fossero di mezzo i servizi segreti, magari deviati. E che vi fosse la volontà di far cadere quel governo. Credo che ci fosse l’obiettivo di colpire me, l’anello più debole, per destabilizzare l’Italia. In pochi giorni, venne messo in galera un intero partito. Come se l’Udeur fosse un’associazione a delinquere. Nemmeno la Dc, il Psi e il Pci dei tempi di Tangentopoli ebbero quel trattamento, malgrado la presenza di tangenti. Ora che è arrivata la sentenza sono qui per difendere tutta quella gente comune che mi è stata sempre vicina.