Segnala a Zazoom - Blog Directory

Mie amate e adorate donne, indigniamoci insieme quando qualcuno vi giudica dalla copertina, ma indigniamoci sempre

In queste ore sta facendo molto discutere la vicenda legata al quotidiano Il resto del Carlino che ha apostrofato con l’aggettivo cicciottelle le tre atlete olimpiche italiane. L’editore del quotidiano  Andrea Riffeser Monti ha deciso di rimuovere dall’incarico di direttore Giuseppe Tassi, per aver usato una frase “offensiva” nei confronti delle atlete e delle donne.

Ma se le atlete fossero state magrissime e il titolo dell’articolo fosse stato: – il trio delle magrissime sfiora il miracolo olimpico – sarebbero nate le stesse polemiche? Insomma, la domanda è una, cosa ha indignato gli italiani, il fatto che delle atlete, delle donne, fossero ridotte ad una semplice e irrilevante caratteristica fisica, oppure il fatto che a delle atlete un po’ in carne venisse dato del “cicciottelle”?  È con questo interrogativo nella testa che ho deciso di dedicare qualche ora della mia giornata alla ricerca di articoli sulle atlete olimpiche, per capire perché quel titolo ci ha tanto infastiditi.
Premetto che non sono un sociologo, quindi vi invito a prendere le mie parole con assoluta leggerezza, semplicemente come l’opinione di un giovane “giornalista” che si interroga sulle contraddizioni della società in cui vive. Vedete, nell’Italia  del sessismo, delle quote rosa, della giornata contro la violenza – ma sulla donna, del femminicidio,  delle donne che entrano gratis nei musei, nei locali, che usufruiscono gratuitamente dei mezzi pubblici, io ci vedo una grande disparità di genere inversa. Ciò che ha fatto tanto infuriare gli italiani non è tanto il fatto che delle atlete venissero giudicate per il loro aspetto fisico ma il fatto che a delle atlete un po’ in carne venisse fatto notare di essere un po’ in carne, e si è così gridato al maschilismo che ancora dilaga in Italia (anche se ci si fa una risata quando Matteo Salvini paragona Laura Boldrini ad una bambola gonfiabile). Questo lo dico perché, durante le ore di cui parlavo, mi sono imbattuto in diversi articoli  che nella stessa guisa de “il resto del carlino” hanno giudicato le atlete olimpiche per la loro forma fisica e le hanno ridotte a degli aggettivi,  solo che invece di usare aggettivi come cicciottelle, hanno usato aggettivi come “sexy, hot, sensuale” e per questo non hanno fatto scalpore, non hanno fatto nascere polemiche né hanno indignato il meraviglioso popolo italiano. Due articoli, in particolare, hanno catturato la mia attenzione, uno di LiberoQuotidiano.it e uno di Sì24.it. Il primo titola  – Rossella Fiamingo, argento a Rio e oro in bikini, lato b disegnato con il compasso – e piazza una fotogallery nell’articolo che trasforma l’atleta da Argento ad un lato b sexy e prominente. Il secondo invece fa di meglio, non solo trasforma le atlete in dei seni e dei culi turgidi ma le pone anche in competizione tra loro, stilando una classifica delle atlete più sexy di queste Olimpiadi. Insomma, da giovane uomo a cui hanno insegnato a non usare la violenza – né verbale né fisica – nei confronti di nessuno; a cui hanno insegnato a votare non per colore ma per ideali; che la vita di una donna vale esattamente quanto quella di un uomo,  e da giovane che studia il diritto, credo che in Italia, della parità di genere ci abbiano capito veramente poco. Mie amate e adorate donne, voglio dirvi una cosa:  non esiste alcuna distinzione tra noi e voi ed è su questo punto che dobbiamo batterci, tutti, perché fino a quando esisteranno le quote rosa, la giornata contro la violenza sulle donne e i musei gratuiti vi sarà sempre una disparità di genere.  Mie amate e adorate donne, indigniamoci insieme quando qualcuno vi giudica dalla copertina, ma indigniamoci sempre, non solo quando avete qualche kg in più.

Con affetto e stima
Andrea Saviano.