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Il MoVimento 5 Stelle boccia mozione per 2000 assunzioni. Ecco il perché

Sulla vicenda del “concorsone” il MoVimento pare si adegui alla peggiore pratica italica: rimandare, prendere tempo ed evitare che se una buona idea venga dal tuo avversario essa possa vedere realizzazioni. Peccato che qui però si parli del destino lavorativo di 1995 cittadini, regolarmente vincitori dopo anni di prove di qualsiasi tipo di una procedura concorsuale pubblica (per la cui partecipazione hanno pagato anche una tassa al Comune di Roma).

Dopo 6 anni dal bando di concorso, infatti i vincitori di concorso della Capitale, che vantano un diritto soggettivo come da consolidata giurisprudenza in materia, attendono solo la ricezione della tanto attesa raccomandata. Ed allora perché in Assemblea Capitolina l’altro ieri il M5S si è astenuto, di fatto bocciandola, rispetto ad una mozione che “semplicemente” impegnava la Raggi ad utilizzare i fondi in origine destinati all’assunzione delle maestre nel piano assunzionale e che il Governo con decreto ad hoc ha provveduto ad assumere, per procedere con l’immissione in ruolo dei vincitori? Perché come prima azione del loro mandato i grillini non si sono caratterizzati per mettere fine ad una vergognosa pagina tutta italiana che ha umiliato il merito e il dettato costituzionale che garantisce l’accesso alla P.A. tramite concorso? Ce lo spiega, tramite Facebook, il Consigliere Angelo Sturni che con piglio deciso afferma che “non intende permettere la strumentalizzazione su questo tema legato a persone che da anni attendono una risposta dall’amministrazione. Preferiamo lavorare e studiare le soluzioni, avviare tavoli di lavori e agevolare la partecipazione dal basso”.

Quindi un diritto soggettivo all’assunzione maturato e non soggetto ad ulteriori valutazioni viene sottoposto ad una “partecipazione dal basso”. Che voglia significare non è dato sapersi. Di certo è che i vincitori romani speravano, dati i toni e le premesse della campagna elettorale, in un avvio sicuramente diverso. Speravano insomma che chi si professa paladino di legalità e trasparenza avviasse da subito e senza infingimenti tipici della peggiore prima repubblica a soluzione la vicenda con un atto semplice quanto “rivoluzionario”: un piano assunzionale rimodulato sulle ultime assunzioni delle maestre e che prevedesse nel 2016 l’immissione in servizio di tutti i vincitori, chiudendo così in poche settimane una vicenda di parecchi anni. Speravano, appunto. Perché il rimando sine die a “tavoli” e “commissioni” non lascia intravedere nulla di buono all’orizzonte, soprattutto se l’intento è quello dichiarato di evitare che, poiché proveniente dalle opposizioni, una semplice proposta di buon senso e di tutela del diritto al lavoro divenga realtà.

Dal canto suo anche il Governo potrebbe intervenire sulla vicenda. Nelle pieghe della Legge Delega sulla riforma della P.A. in base alla quale il ministro Madia sta emanando i cosiddetti Decreti Attuativi ,c’è un esplicito riferimento all’ individuazione di percorsi normativi finalizzati alla prioritaria assunzione dei vincitori di concorso (4000 in tutta Italia, i Romani insomma sono in buona compagnia), sulla base di un emendamento del Sen. Cuomo approvato l’estate scorsa dall’Aula del Senato e divenuto Legge. Quello dei con concorsisti romani appare quindi il primo vero “flop”, almeno dal punto di vista della comunicazione del messaggio politico, dei grillini alla giuda di Roma.