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Per i pm antimafia col “Cartabia” salta 1 processo su 2

Non si arrestano le voci di dissenso nei confronti del testo di riforma della Giustizia presentato dalla Ministra Marta Cartabia. Ad intervenire stavolta è la magistratura.

Un vero e proprio allarme quello lanciato dal procuratore nazionale antimafia Cafiero De Raho per il quale:

“Immaginare che tanti processi vengano dichiarati improcedibili mina la sicurezza del Paese”.

Per il capo della Direzione nazionale antimafia:

“vi è una sorta di chiusura processuale” che “non corrisponde alle esigenze di giustizia” e che “riguarda tutti i processi” compresi quelli su “reati gravissimi” quali “mafia, terrorismo e corruzione” sui quali “l’Italia ha da sempre prestato un’attenzione specifica”

Inoltre lo stesso De Raho ha analizzato anche il nodo relativo alle linee guida per la giustizia da parte del Parlamento:

 “rimettere a una riserva di legge l’individuazione di criteri di priorità è come rimettere al Parlamento l’individuazione delle attività giudiziarie che devono essere svolte: così si avrebbe un’interferenza del Parlamento sull’attività giudiziaria e si andrebbe a toccare l’autonomia e l’indipendenza dei magistrati e a minare il principio dell’obbligatorietà dell’azione penale”.

Dello stesso avviso il procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri per il quale il rischio è quello di:


”travolgere un enorme numero di sentenze di condanna”, perchè “con l’improcedibilità prevista dalla riforma Cartabia il 50 per cento dei processi, considerata la gran mole dei reati di mafia e maxi processo che celebriamo, saranno dichiarati improcedibili in appello”.

Intanto alla Camera è guerra aperta. Sono circa 1631 gli emendamenti presentati con il Movimento 5 stelle che continua ad attaccare il testo anche tramite il suo nuovo leader Giuseppe Conte.

Per questa ragione cresce l’idea che Mario Draghi possa chiederne la fiducia mettendo spalle al muro i grillini che a quel punto potrebbero far saltare il banco e pure il Governo.

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