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Il piccolo Ciro: dialogo multidialettale con i vigili prima del salvataggio

piccolo Ciro

Il piccolo Ciro ha fatto sentire la sua voce anche sotto le macerie. Tramite le testimonianze sul social di Luca Cari, ecco quanto è accaduto

Si è conclusa nel migliori dei modi la vicenda riguardante il piccolo Ciro, salvato dai vigili del fuoco dalle macerie scaturite dal terremoto ad Ischia. I retroscena del salvataggio permettono di capire che in momenti come questi, la forza e la determinazione possono abbattere qualsiasi ostacolo, anche quello “linguistico”.

Mentre i vigili del fuoco cercano di raggiungere il piccolo Ciro che è ancora sotto le macerie, iniziano ad udire finalmente la voce del bambino: “Fate presto!” urla quest’ultimo, con un chiaro accento napoletano, colmo di terrore. Un vigile fiorentino esorta il bambino a mantenere la calma ma, forse vista la diversità dell’accento, il piccolo Ciro non capisce e chiede dei chiarimenti.

In soccorso, affinché i due possano capirsi al meglio, interviene un vigile del fuoco napoletano che ancora una volta, esorta il piccolo a mantenere la calma, stavolta con un marcato accento del sud. Ed è da qui che inizia un dialogo multidialettale, come testimoniato anche sul profilo Instagram di Luca Cari, responsabile della comunicazione in emergenza dei vigili del fuoco.

Ciro: “Muvitv!” (Sbrigatevi!)
Pompiere di Firenze: “Un avé furia” (Non avere fretta)
Ciro: “Ca’ itt chist?!” (Che ha detto questo?)
Pompiere di Napoli: “Nun ghi e press” (Non andare di fretta).

“Il dialogo più bello nel miracolo di #Ischia. Abbiamo sorriso tutti”, conclude poi Luca Cari sul social media.

 

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