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Renzi apre a Grasso e ricompone il PD: “Nessuna divisione interna”

Matteo Renzi è positivo, il Pd non ha da temere, non c’è nessuna divisione tra lui, Gentiloni e gli altri leader: «Oggi la situazione è cambiata.»

Non ci sarebbe motivo di temere, la situazione per il Pd ormai starebbe cambiando. A dirlo il segretario del Pd, Matteo Renzi, ospite a “Radio Anch’io” su Radio1 Rai.

«Se qualcuno pensa che all’interno del Pd ci siano ancora dei problemi e divisioni interne ha sbagliato lettura dei giornali, oggi la situazione è cambiata. Il campo delle divisioni interne mi sembra sia presidiato dalla Lega e dal centrodestra. Non c’è nessuna divisione tra me e Gentiloni o tra me e gli altri leader.»

Renzi ha le idee chiare, almeno in apparenza. Non vuole illudere, non vuole strabiliare, vuole semplicemente fare bene. Il Pd ha un piano d’azione “credibile” che non prevede grandi numeri, né grandi promesse difficili poi da mantenere. A detta sua, le proposte del centrodestra sarebbero assurde, prive di fondamento e di possibilità attuative.

«La proposta della flax tax del centrodestra, al 15% vale 95 miliardi e al 20% 57 miliardi; dove li troviamo questi soldi? Le coperture non esistono.” Meglio il Pd, allora, che “non si mette a lanciare messaggi strabilianti, non abbiamo effetti speciali da offrire, noi diciamo bisogna continuare a diminuire le tasse. La direzione del Paese la metti in salvo con la credibilità, non sparando numeri.»

Su Berlusconi il Segretario PD risponde in maniera netta:

«Ma per piacere, intanto si mettesse d’accordo con Forza Italia e con Salvini

Nessun accordo in vista, dunque; nulla di personale, a detta sua, semplicemente diverse visioni e diversi valori. Mentre con Grasso la situazione parebbe diversa; benché Liberi e Uguali notoriamente non sia un grande sostenitore di Renzi, nulla toglie la possibilità di intese regionali.

«Sul nazionale non c’è l’accordo. Lombardia e Lazio sono due elezioni regionali. Se c’è l’alleanza è un fatto positivo. Ma non sono in grado di decidere, influenzare o valutare su un partito che notoriamente non mi ama.»