A Roma «c’è all’opera un gruppo trasversale di affaristi, l’ho capito dall’interno» spiega parlando del suo lavoro al Campidoglio l’ex assessora grillina Paola Muraro intervistata da «La Stampa».
E prosegue: «La Raggi che futuro ha? Dipende dai poteri forti, dentro e fuori il M5S».
“Berdini avrebbe dovuto lasciare immediatamente – chiarisce -: quello che ha detto è imbarazzante e falso. La sindaca non è fragile, inadeguata e senza personalità, come i dissennati comunicatori del Movimento la fanno apparire. Ho assistito a telefonate con i vertici in cui troncava la conversazione dicendo: “La sindaca sono io“».
Raggi “Mi pare provata – sottolinea -. Se potessi le direi: sii te stessa, slegati. I romani hanno votato te, non Casaleggio».
Muraro parla del suo primo incontro col sindaco: “mi avvertì: lei sarà triturata, se la sente?». E sottolinea di esser stata triturata «da subito. Cominciarono a uscire calunnie politiche ai miei danni. Per esempio che ero pro inceneritori. Falso, non me ne sono mai occupata. Sono specializzata in impianti di compostaggio».
Provenivano, afferma, “dal sottobosco di pseudoambientalisti che gravitano attorno al Movimento e aspirano a laute consulenze. Se non li foraggi, ti scatenano contro il web. Ho chiuso il rubinetto, era un fiume di soldi, e l’ho pagato sulla mia pelle».
E chiarisce: «Mi sono dimessa per fedeltà ai dettami del Movimento. In realtà l’avviso di garanzia era l’atteso escamotage per farmi fuori».
E adesso “C’è all’opera un gruppo trasversale di affaristi dentro e fuori il Movimento. L’ho capito dall’interno. Un’esperienza che mi ha aperto gli occhi. Per questo dico agli attivisti 5 Stelle: io ho fatto da scudo umano, voi svegliatevi prima che sia tardi”. Per tre volte gli assessori alle aziende partecipate mi hanno presentato un progetto di partnership con Acea. Io l’ho sempre rispedito al mittente».
“Roma non può essere governata da avvocati liguri e manager lombardi e veneti, che non sanno dov’è Centocelle, quali sono i parchi o com’è difficile la raccolta differenziata a Tor Bella Monaca».
«La nomina del direttore generale dell’Ama, l’azienda rifiuti della Capitale, fu fatta da Casaleggio attraverso tale avvocato Lanzalone, che in pieno agosto si presentò a una riunione con una lista di candidati. Bina, il prescelto, veniva dall’azienda di Voghera, non proprio una metropoli, dove faceva appena il 30% di differenziata. Gli telefonammo che era in spiaggia. E’ inadeguato perché proveniente da una realtà pari a un quartiere di Roma, spiegai. Fui zittita». «Lo stipendio di Romeo e la nomina di Marra sono specchietti per le allodole. Parliamo di qualche decina di migliaia di euro. Il business dei rifiuti a Roma vale miliardi. Acea può diventare la multiutility più grande d’Europa. Quello che destra e sinistra non sono riusciti a realizzare, potrebbero farlo i grillini».
Raggi? “Fino a un certo punto avevo la sua copertura totale. In simbiosi, nelle sabbie mobili. Poi si è dovuta piegare. Penso che se ne sia resa conto”. Il suo futuro «Dipende dalla capacità di liberarsi da lacci e lacciuoli che le hanno imposto dall’esterno».
(askanews)