Rubrica: tribuna divano, Napoli Fiorentina 1-0
La buona stella di Carlo e di Napoleone
Se a Torino stanno stimolando Cristiano Ronaldo col prezzemolino, affinchè si sblocchi, segni il primo gol italiano e consenta di mandare in onda servizi che ormai giacciono nel cassetto da troppo tempo, a Napoli Lorenzo Insigne si mangia la Fiorentina, ma è troppo cotta.
Ottanta minuti sulla brace.
Va da sé il sapore non è da Masterchef, ma poco importa. Il palato, in questo momento, conta molto meno della classifica. Carletto è “mister calma olimpica” e gli va dato il merito di crederci sempre, arrendersi mai (cit., Simona Ventura). Il talento di Frattamaggiore ne manda in rete uno ogni dieci tiri in porta. Se migliorasse la sua percentuale realizzativa, entrerebbe nella top ten dei dieci da Pallone d’Oro.
La telecronaca di Sky è aberrante.
Un esempio su tutti? Chiesa.
Forte, fortissimo, ma ha “dato” il 30 per cento del lavoro del suo collega di Nazionale, Insigne.
Eppure, secondo i commentatori, Federico sembrava quasi un mix tra Messi e Neymar in campo. Allontanare Massimo Mauro dal parterre degli opinionisti è servito a poco. Il modesto giudizio di chi sommessamente scrive, è eccellente, per quanto riguarda gli azzurri, soltanto per Allan e l’utilizzo della rosa. I portieri si avvicendano e, ciò nonostante, sembrano sereni, i cambi sono effettuati in largo anticipo rispetto alla gestione Sarri e tutti danno e hanno l’impressione di far parte di un gruppo coeso.
I viola sono venuti al San Paolo per fare uno sporco lavoro e per un’ora e venti ci sono riusciti. Mi sembrava già di ascoltare le lodi sperticate per i ragazzi di Pioli, ma Milik si è inventato rifinitore, assist man, confezionando una palla che Lorenzinho, finalmente, non ha sprecato. Merito del Napoli o demerito della Fiorentina? Chiedere a Eupalla, la dea del pallone.
Fatto è che Napoleone Bonaparte preferiva generali fortunati a generali bravi e Carlo Ancelotti, con i tre punti di oggi, ha consacrato imperatore il buon Aurelio de Laurentiis. La settimana prossima c’è la Champions, a Belgrado. Pare che il clima calcistico, in Serbia, sia infuocato. La buona stella di Carlo avrà la meglio su quella rossa? Martedì prossimo, a Belgrado, conosceremo la verità. Sempre forza Napoli.