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Salvini chiude i porti e il Mediterraneo diventa un cimitero. 12 corpi abbandonati a largo

Continua l’orrore a largo del Mediterraneo. Dopo la decisione della chiusura dei porti assunta dal Ministro degli Interni  Matteo Salvini e dal Ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli, la situazione nel Mediterraneo diventa sempre più complicata.

Nei giorni scorsi, la nave Trenton, la nave veloce militare della sesta flotta della Us Navy, si è trovata costretta per la prima volta a soccorrere un gommone di migranti che si era rovesciato,  recuperando così  40 superstiti e trovandosi costretta a lasciare in mare ben 12 corpi senza vita.

Da due giorni, la Trenton, vaga per le acque del Mediterraneo in attesa  di sapere dove poter sbarcare i superstiti.  I morti, vista la complessità della situazione, sono stati abbandonati in mare. Una situazione delicata destinata a scatenare un nuovo caso visto che ad impedire un celere intervento e conseguente trasferimento dei superstiti e delle salme a terra, è lo stallo causato dalla riprovazione del Governo  Italiano verso le Ong.

Martedì scorso,  la nave Trenton, dopo aver allertato la guardia costiera sia italiana che libica, contatta la Sea Watch per comunicare il recupero di 40 superstiti e 12 salme e per chiedere il trasbordo di queste ultime vista l’assenza a bordo di celle. Ma c’è il problema dei porti. I corpi, anche se recuperati non potrebbero esser trasferiti sulla terra ferma.

Contestualmente, fanno sapere dalla gli americani, la richiesta è stata reiterata alla sala operativa di Roma che però ha risposto picche, chiarendo che le operazioni di soccorso non sono state coordinate dall’Italia e quindi, la competenza della assegnazione del porto, appartiene ad altri.

In realtà però, le operazioni di recupero dei corpi, non sono state coordinate da nessuno. La nave americana si è trovata sul luogo di un naufragio ed ha prestato soccorso.

La Sea Watch intanto, invia un appello alle autorità affinché si provveda a far sbarcare i 40 superstiti a bordo della Trenton.

 È inaccettabile che persone che sono state letteralmente raccolte dall’acqua, che hanno visto i loro amici annegare, siano bloccate senza un porto pronto ad accoglierle. Questa è una condanna schiacciante della politica dell’Unione Europea