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Sanremo. Scanzi replica al PD: “Renziani peggio di Berlusconi”

Non sembra destinata a placarsi la polemica sollevata dal dem Michele Anzaldi contro la presenza nella giuria di Sanremo di Andrea Scanzi.

Andrea Scanzi, che si è trovato al centro della polemica sollevata dal segretario della Commissione di Vigilanza RAI, il dem Michele Anzaldi, ha risposto, attraverso la sua pagina Facebook, ai dubbi del deputato dem:

“La polemica di Anzaldi è assolutamente inutile e non ha alcun senso. D’altra parte la solleva Anzaldi. Parla di conflitti d’interesse ma non ha idea di quello che sta dicendo. A propormi di fare il giurato è stato Claudio Baglioni, mi ha cercato e scelto lui perché evidentemente ritiene che io lo possa fare e bene. Posso lavorare a La7 a Mediaset o per chiunque altro: vado a fare il giurato di qualità e onestamente credo che sul tema ne capisca di più Baglioni di tale Anzaldi. Ringrazio poi Anzaldi che cita Renzusconi facendomi pubblicità, ma quello che dice non ha alcun senso. Ne avrebbe avuto forse uno se io fossi andato a Sanremo a fare l’ospite di grido e recitare venti minuti di un mio spettacolo sul palco dell’Ariston, come ha fatto Benigni nelle precedenti edizioni. Ma io vado a fare il giurato, non credo neanche che sia previsto un mio intervento durante tutto il Festival. Starò lì a guardare, nel pomeriggio mi consulterò con gli altri giurati e non si saprà mai per chi voto e come. La verità è che in Renzusconi metto in risalto i punti di contatto tra berlusconiani e renziani: ecco credo che la polemica da censura di Anzaldi rappresenti bene quanto siano uguali. Anzi a ben vedere i renziani sono pure peggio. Anzaldi dice che non sono un esperto di musica. Bene: io mi sono laureato nel 2000 con una tesi sui cantautori, Giorgio Gaber doveva essere mio correlatore. Ho portato in scena centinaia di spettacoli su Gaber, De Andrè, Ivan Graziani. Ho scritto un libro con Fossati, ho intervistato Roger Waters. Faccio il critico musicale da vent’anni: io capisco di musica. Anzaldi, invece, temo non capisca di nulla”.

Anzaldi, a sua volta, sulla sua pagina Facebook, ha replicato a Scanzi, scrivendo:

“L’arroganza con la quale Scanzi ha risposto alle mie domande sulla sua incomprensibile partecipazione al Festival di Sanremo è una nuova conferma dell’errore commesso dalla Rai: l’opinionista de La7 sembra solo interessato agli insulti e a cercare visibilità per il suo spettacolo.
Resta la questione principale: possibile che in Rai tra i 1.700 giornalisti dipendenti, tra cui anche coloro che si occupano di musica, non c’era nessun altro che potesse essere chiamato a far parte della giuria? E il direttore del Tg1 che ne pensa, visto che per la par condicio il Festival è stato ricondotto sotto la sua responsabilità?
Perché coinvolgere un opinionista a contratto che il pubblico televisivo associa alla politica e non certo alla musica? Scanzi, infatti, dice di occuparsi di musica da vent’anni, ma a Sanremo nessuno lo aveva mai chiamato fino ad oggi, a poche settimane dalle elezioni politiche, mentre gira l’Italia con il suo spettacolo contro Renzi e il Pd. Una singolare coincidenza.
Peraltro in una delle tante interviste che sta rilasciando in queste ore è lo stesso Scanzi ad ammettere: “Ringrazio Baglioni perché è la prima persona che a livello musicale mi dà una credibilità nel mainstream”. E meno male che dice di essere un noto esperto!
Ora il giornalista sostiene che comunque a Sanremo non parlerà di politica (e ci mancherebbe!) e nel caso interverrà solo pochi secondi. Pochi secondi di fronte alla platea da milioni di telespettatori del Festival vale un tesoro: un blocco pubblicitario da 30 secondi nelle serate finali del Festival viene venduto a cifre fino a 204mila euro a passaggio. Perché gli viene fatto questo regalo, nel pieno del suo tour di spettacoli politici a pagamento?
Dieci milioni di persone, il mille per cento in più degli ascolti che fa normalmente Scanzi nelle sue apparizioni tv, lo conosceranno: una visibilità senza paragoni. Se la Rai ha deciso di aprire ad un giornalista esterno, perché non ha scelto i volti veramente noti in campo musicale ed ha preferito un cronista di parte che in tv si occupa quasi esclusivamente di politica? E’ questa la domanda alla quale vorremmo che l’azienda rispondesse”.