Scoppia la faida politica nel PD. Lite tra Calenda e Ansaldi
Mentre il Governo si rimette in piedi, pare scoppiare una guerra interna al PD. Michele Anzaldi ha rivolto parole cariche di amarezza nei confronti del “compagno” di partito Carlo Calenda che in un un tweet lo ha definito “picchiatore mediatico”:
“Sono stupito che senza motivo un compagno di partito dell’ultim’ora si infili in una polemica senza saperne nulla e senza avere chiesto a nessuno. L’ho anche cercato ma non mi ha risposto”.
Nel rispondere a Gad Lerner, che accusava Anzaldi di averlo attaccato all’epoca in cui Lerner conduceva ‘Islam Italia’ (in realtà Anzaldi smentì le parole riportate dalla stampa), Calenda dice:
“Sono d’accordo ho visto Anzaldi fare il picchiatore mediatico per una legislatura quando eravamo al Governo. Non e’ stato uno spettacolo decoroso e ha aperto la strada a comportamenti analoghi di questo Governo. Se vogliamo essere credibili dobbiamo essere onesti”.
Parole a cui Anzaldi ha replicato in maniera piuttosto netta, ricordando il suo lavoro nella scorsa legislatura:
“Non capisco le critiche: svolgo in piena trasparenza da sei anni le mie funzioni in commissione di Vigilanza, con atti parlamentari, esposti alla magistratura, interventi pubblici, comunicati alla stampa. E’ singolare che queste critiche arrivino dopo anni che Calenda non ha detto niente in sede di Governo, in sede parlamentare, in sede di partito o ai giornali”.
Poi parte l’attacco diretto verso il neo europarlamentare PD:
“Parla solo ora, peraltro proprio una settimana dopo che e’ stato eletto grazie alla lista del Pd. Nella giornata dell’indegna nomina del biografo di Salvini a conduttore di Uno Mattina mi sarei aspettato una dichiarazione su questo, non l’apertura dell’ennesima polemica interna”.
In ultimo Anzaldi rivolge un invito non troppo carino al suo “compagno” di partito:
“Forse, dopo quello che abbiamo visto ieri sera a DiMartedi’ con l’aggressione in diretta al giornalista Giuli, sarebbe meglio se Calenda si facesse controllare la pressione”