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Quando si sbaglia si chiede scusa. In ricordo di Salla e Dani Dà

L’omicidio di Ciro Esposito è una ferita tuttora aperta e non solo per la tifoseria partenopea. Mentiremmo a non ammettere di essere stati condizionati dal suo ricordo quando ieri abbiamo visto campeggiare in curva Sud uno striscione riferito a Salla e Dani Dà. La nostra mente è volata a Daniele De Santis, condannato per l’omicidio del giovane tifoso napoletano.

E invece no, ci sbagliavamo di grosso. Solitamente, nel giornalismo, quando si sbaglia si va avanti, al massimo si cancella l’articolo e torna tutto come prima, come se non fosse successo nulla. Per noi non è così, quando scriviamo ci assumiamo pienamente le nostre responsabilità e non siamo soliti nasconderci. Per questo reputiamo necessario chiedere scusa e farlo pubblicamente.

Ecco, scusa. Questo è quello che ci sentiamo di dire alle famiglie Loreti e Angelucci. Lo striscione, di cui abbiamo parlato ieri, non era infatti riferito a un pregiudicato e al De Santis, bensì a Daniele Loreti e Gabriele Angelucci. Due ragazzi andati via troppo presto che, di sicuro, ieri sarebbero stati in curva per l’ultima partita del loro capitano Francesco Totti.

In quella curva, c’erano però Matteo Loreti e Valerio Angelucci, esecutori dello striscione per il quale è stata richiesta regolare autorizzazione dalla Questura di Roma. Uno striscione che, a differenza di quanto abbiamo erroneamente scritto ieri, merita di essere esposto affinché il ricordo di Daniele e Gabriele non muoia mai.