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Stadio Roma: dall’ospedale alle cubature dimezzate. La ripresa della Raggi

Dopo il malore che ha colpito ieri il sindaco di Roma Virginia Raggi, in serata la giunta è arrivata a siglare l’ accordo con l’As Roma e il costruttore Luca Parnasi per la realizzazione dello stadio a Tor Di Valle.

L’accordo sullo stadio della Roma è stato concluso ieri in serata, dopo che il sindaco Raggi in mattinata è stato colpito da un malore da stress che l’ha tenuto in ospedale per nove ore, dopo le quali è subito tornato in Campidoglio per sedere al tavolo della trattativa. Alle 19 Virginia Raggi cinguetta:

“Sto bene, ora sono in Campidoglio a lavorare”.

Nel frattempo la trattativa tra il M5s e la Roma è andata avanti, condotta da Fraccaro, Bonafede e l’avvocato Luca Lanzalone, mentre i rappresentanti della Roma sono rimasti in uno studio legale del centro a smussare gli angoli dell’accordo via telefono e ad aspettare novità dal M5s. Il sindaco rientra in Comune per presenziare a un vertice decisivo tra le parti che si sarebbe dovuto tenere alle 16 e poi spostato alle 19 per permettere alla Raggi di essere presente.

Nonostante i dubbi di Grillo che nei giorni scorsi aveva detto sì allo stadio ma non a Tor Di Valle, e nonostante le pressioni del club romano, del proprietario del terreno e del costruttore Parnasi di portare la giunta in tribunale nell’eventualità in cui l’intesa fosse sfumata, Luigi Di Maio qualche giorno fa ha ripreso i contatti per addivenire all’accordo, confermado la volontà espressa il 12 febbraio a 8 e mezzo sostenendo:

“Lo stadio è un nostro obiettivo”.

L’intento di Di Maio è stato quello di dare l’immagine di un M5s in grado di sedere ai tavoli che contano.

La giunta Raggi è riuscita a strappare un taglio delle cubature complessive di circa la metà rispetto a quelle previste dal progetto originario che, invece, prevedeva un milione di metri cubi, e l’eliminazione definitiva delle tre torri pertinenti all’impianto. In più le strutture saranno alimentate con fonti di energie rinnovabili, in linea con l’idea di energia propria del M5s.

Il Movimento lascia in cambio l’impianto dov’era previsto dal progetto originario, nella zona dell’ex ippodromo che, nonostante i dubbi sul rischio di esondazione del Tevere, ha ottenuto il via libera dell’Autorità del Bacino.

All’esterno del Campidoglio qualche decina di tifosi della Roma erano lì a manifestare il loro favore per lo stadio, mentre all’interno la giunta stava approvando la cittadinanza onoraria a Nino Di Matteo e lo stanziamento di 18 milioni per le periferie, anche se l’attenzione era rivolta allo stadio.

Ora, nonostante i dissidi intercorrenti tra alcuni membri della maggioranza ancora scettici per la realizzazione dell’impianto, la parola spetta alla Conferenza di Servizi fissata per il 3 marzo.

La Roma potrebbe, dal canto suo, chiedere un’ulteriore proroga della riunione per la modifica della delibera di approvazione del progetto, votata a settembre 2014 dalla giunta Marino. Un ulteriore ostacolo potrebbe essere la richiesta della Soprintendenza di vincolo per l’ippodromo.