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Trenta ribadisce la politica “porte aperte”, nonostante Salvini

Trenta – Salvini: ancora contraddizioni sui migranti.

Ancora una volta emergono contraddizioni tra il Ministero della Difesa e quello degli Interni, sulla questione migranti. Nel corso di questo periodo è stato possibile registrare dichiarazioni divergenti da parte del ministro Trenta e di Salvini.

Nonostante le smentite da parte di quest’ultimo, è probabile che non ci sia compattezza d’intenti sulla questione. Basta ricordare il caso dello sbarco a Messina di 106 migranti, da una nave irlandese. In quell’occasione, Matteo Salvini ha detto:

“Giovedì porterò al tavolo europeo di Innsbruck la richiesta di bloccare l’arrivo delle navi delle missioni internazionali”.

Ma dal ministero della Difesa, guidato dalla pentastellata Trenta, giungono altre dichiarazioni:

“Eunavformed è una missione europea ai livelli Esteri e Difesa, non Interni. Ciò che va cambiato sono le regole di ingaggio della missione e per farlo occorre farlo nelle sede competenti, non a Innsbruck”.

Le dichiarazioni che questa volta accendono il rovaio della polemica nasce nell’ambito Nato.

Il ministro della Difesa Elisabetta Trenta, nel corso dell’audizione alle commissioni riunite di Camera e Senato in cui si è fatto il punto sul vertice dell’Alleanza Atlantica dello scorso 11-12 Luglio, sottolinea che:

“Dal vertice di Bruxelles la Nato esce ‘unita’ attorno ‘ai valori comuni’ che hanno tenuto insieme i membri ‘dal dopoguerra ad oggi’ e con la convinzione di proseguire nella politica delle ‘porte aperte’ “.

E aggiunge:

“Ci troviamo in un momento particolarmente complesso del legame transatlantico. Le problematicità che si registrano un po’ in tutti i diversi settori delle relazioni internazionali finiscono inevitabilmente per riflettersi anche nella dialettica tra Alleati su come difendere concretamente i valori che ci hanno accomunato dal secondo dopoguerra ad oggi”.

Il ministro ci tiene a specificare che:

“In ogni caso dal vertice è uscito un messaggio di ‘unità e solidarietà tra alleati. Un segnale ‘a partner e interlocutori’ che conferma la capacità dell’Alleanza di adattarsi per contrastare le nuove sfide e minacce preservando il legame transatlantico, i valori comuni e la capacità alleata di agire come attore politico nel settore della sicurezza e difesa”.

Conclude così la Trenta:

“Ad oggi la politica della ‘porta aperta’ dell’Alleanza ha portato il numero dei paesi membri a 29 e a Bruxelles è stato deciso di continuare a lasciare questa porta ancora aperta perché la Nato rimane una organizzazione di vitale importanza per la stabilità degli equilibri globali, in uno scenario complessivo incerto e imprevedibile”.