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Afragola, arrestati gli assassini di via Ferrarese: fecero a pezzi due persone

Eseguite dalla Squadra Mobile di Napoli due o.c.c. emesse rispettivamente dal gip del trinunale di Napoli e dal tribunale dei minorenni su richesta della D.D.A. e della Procura della repubblica dei minorenni a carico di due soggetti ritenuti responsabili dell’efferato omicidio di due persone i cui corpi vennero rinvenuti sezionati in buste di plastica il 16/2/2017 in un terreno di Afragola .

Le due vittime sono Luigi Rusciano e Luigi Ferrara: lo scorso 16 febbraio i  corpi furono ritrovati in due sacchi neri e sotterrati nelle campagne di Afragola, Contrada Ferrarese, precisamente alle spalle della stazione dell’alta velocità: smembrati all’altezza del bacino con una sega, il particolare è che l’atto potrebbe essere stato fatto quando i due erano ancora vivi. I due avevano fatto perdere le loro tracce il 31 gennaio scorso quando erano stati visti per l’ultima volta nel rione Salicelle di Afragola a bordo di una Fiat Idea. L’auto fu successivamente trovata in un parcheggio con i sedili sporchi di sangue e con all’interno le carte d’identità e i cellulari. La scomparsa era stata denunciata ai carabinieri di Casoria e a quelli di Mugnano. Molto probabilmente il duplice omicidio sarebbe avvenuto in un altro posto e successivamente i corpi trasportati nel luogo dove sono stati rinvenuti.

Ora sono stati trovati i responsabili: uno era minorenne e l’altro maggiorenne all’epoca dei fatti. Gli arresti sono stati eseguiti dalla Squadra Mobile di Napoli ed emesse dal gip del Tribunale di Napoli e dal Tribunale dei minorenni su richiesta della Dda e della Procura della Repubblica dei minorenni.

Ecco il comunicato delle forze dell’ordine:

Il 22 luglio scorso, la Squadra Mobile di Napoli, ha dato esecuzione a due ordinanze di custodia cautelare, una emessa dal  GIP  presso il Tribunale di Napoli su richiesta di questa Direzione distrettuale antimafia e l’altra emessa dal GIP presso il presso il Tribunale per i Minorenni di Napoli.
In particolare, è stata disposta la custodia in carcere per D’ANDO’ Domenico, ritenuto gravemente indiziato di avere deliberato, organizzato ed eseguito (unitamente al minore I.A.) in data 31. 1.2017 il duplice omicidio di FERRARA Luigi e RUSCIANO Luigi, i cui corpi, ciascuno sezionato in due parti e chiusi in buste di plastica e parzialmente interrati, venivano rinvenuti in AFRAGOLA, contrada Francese il 16.2.2017.
L’efferato episodio criminale, va a collocarsi nel contesto di una lotta interna ad un’organizzazione, stabilmente dedita all’ acquisto, stoccaggio e vendita all’ingrosso T.L.E. di contrabbando nei quartieri e comuni a  nord di Napoli, di cui erano ai vertici il FERRARA (coadiuvato dal fidato RUSCIANO), CAIAZZA Pietro ed il nipote D’ANDO’ Domenico.
L’organizzazione, come ricostruito dallé Ìndagini della Squadra Mobile, coordinate dai due Uffici della Procura  della Repubblica, collocava in posizione parallela rispetto agli affari degli storici gruppi di camorra operativi nei territori dell’area nord di Napoli; il  FERRARA Luigi, infatti, era uomo vicino ai FRANZESE (sottogruppo del clan MOCCIA) per conto del quale gestiva il settore del contrabbando di T.L.E. coadiuvato dal RUSCIANO; il D’ANDO’ Domenico è stato  affiliato al clan AMATO-PAGANO, sino alla scomparsa, per lupara bìanca nel febbraio del 2011, del padre Antonino,  uomo  di  fiducia  di AMATO Raffaele cl. 65 e poi del nipote Carmine (ai quali era anche legato da vincoli di parentela), vittima della lotta che in quegli anni attraversava la compagine, tra la fazione AMATO (capeggiata da AMATO Carmine) e quella PAGANO, facente capo a Riccio Mariano, genero  di  Pagano Cesare.
Il D’ANDO’ dopo la more del padre si stabiliva ad Afragola ed entrava in nell’organizzazione del FERRARA e del CAIAZZA Pietro; quest’ultimo era affiliato di prestigio del clan AMATO-PAGANO, cugino di AMATO Raffaele, capo fondatore della compagine.
Proprio la cattura di CAIAZZA Pietro il 26.1.2017 (sottoposto a fermo e successiva O.C.C. per il delitto ex art. 416 bis c.p., condannato il 5.6.2017, quale referente del capo-clan PAGANO Rosaria, a sua volta arrestata il 17.1.2017) per come riconosciuto dal GIP, alterava gli equilibri interni al gruppo ed apriva ad una sanguinosa resa dei conti tra le due fazioni, finalizzata ad assumere una posizione di egemonia in un   mercato che dopo un periodo di marginalità è ritornato, negli ultimi anni, prepotentemente alla ribalta garantendo ragguardevoli guadagni.
In tal senso depongono le numerose conversazioni telefoniche intercettate che hanno evidenziato sin dall’immediatezza dei due omicidi, un vorticoso giro di affari gestito dal D’ANDO’ e dai suoi sodali, ormai affrancato dal socio FERRARA, tale da richiedere continue e ripetute operazioni di approvvigionamento di merce. Nella ricostruzione dei due omicidi e nell’individuazione dei suoi autori, fondamentali sono stati i risultati delle indagini tecnico/scientifiche (ad esempio, l’analisi delle tracce di sangue rinvenute nell’autovettura e nell’abitazione) che hanno consentito il monitoraggio dei movimenti del D’ANDO’ e del suo complice minorenne sia nei giorni antecedenti alla scomparsa delle due vittime (avvenuta il 31.1.2017) che in quelli successivi, tanto da individuare sia il luogo ove il FERRARA ed il RUSCIANO erano stati materialmente uccisi ed i loro corpi divisi in due parti, per facilitarne il trasporto, quanto il luogo in cui i corpi stessi erano stati occultati, nonché le vetture e le strumentazioni utilizzate per commettere il duplice omicidio.