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Afragola-Blitz in elicottero: Tre arresti per tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso

Per gli inquirenti i tre, avrebbero agito forti della vicinanza al clan Moccia

Non è passato inosservato il blitz con tanto di elicottero di mercoledì scorso ad Afragola che ha portato all’arresto di 3 uomini accusati di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso.

L’operazione coordinata dalla DDA della Procura di Napoli, messa a segno dagli uomini del Maggiore Michele D’Agosto di Castello di Cisterna, ha portato all’arresto di 3 soggetti accusati di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso.

In manette finiscono Alessandro Iovinella, Antonio Puzio e Antonio Cinquegrana, tutti di Afragola. Nella mattinata di ieri, il GIP del Tribunale di Napoli Nord, Fabrizio Finamore, ha convalidato i fermi, disponendo la custodia cautelare in carcere. I tre sono accusati di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso nei confronti di un imprenditore ortofrutticolo di Afragola. Secondo l’accusa i tre avrebbero fatto pressioni sulla vittima affinché questa versasse una quota fissa nelle casse del clan. I fatti risalirebbero ai mesi scorsi.
Gli episodi contestati sono due: Nel primo, i tre si sarebbero presentati più volte dall’imprenditore –forti della loro appartenenza al clan Moccia–  chiedendogli un’offerta a piacere per i detenuti. Offerte che però non sono mai state corrisposte dall’imprenditore. Nel mese di luglio –secondo l’accusa- ci furono due richieste di denaro. L’imprenditore avrebbe dovuto versare nelle casse del clan “un’offerta a piacere” entro il mese di agosto. In occasione della seconda visita però, i toni diventano più duri e decisi, i tre fanno chiari riferimenti ad altre personalità del clan già condannate. Infine, le richieste di agosto e settembre, avanzate direttamente alla moglie dell’imprenditore  che avrebbe dovuto “portare l’impasciata al marito di mettersi in regola con gli amici”. Nella seconda circostanza, stando all’impianto accusatorio, i tre avrebbero chiesto all’imprenditore di versare la somma di 12.500 euro sul conto di un altro imprenditore appartenente allo stesso ramo.