Afragola– Dietro la morte di Luigi Ferrara e Luigi Rusciano, i due contrabbandieri mutilati e lasciati cadavere nelle campagne di Afragola lo scorso febbraio, ci sarebbe l’ombra degli Amato-Pagano. I due boss delle bionde infatti, stando a quanto appurato dagli Investigatori della Mobile di Napoli, sarebbero rimasti vittima di un regolamento di conti interno agli scissionisti. In manette, con l’accusa di aver eseguito materialmente il delitto, Domenico D’andò, figlio di Antonino, scissionista che finì vittima di lupara bianca. Secondo le ricostruzioni degli investigatori, il D’Andò jr. si trasferì ad Afragola-luogo di origine della madre- subito dopo la morte del padre e cominciò sin da subito ad occuparsi del contrabbando di bionde insieme allo zio Pietro Caiazza. Da qui i contatti con Luigi Ferrara, ras del clan Moccia nel settore del contrabbando. Contatti che vennero bruscamente interrotti all’indomani dell’arresto del Caiazza. Dalle indagini è emerso che con l’uscita di scena del Ferrara e del suo socio in affari, Luigi Rusciano, il D’Andò riuscì ad allargare il suo giro di affari con l’appoggio –si presume- del clan Amato di Melito. Appare dunque plausibile che l’eliminazione del Ferrara e del Rusciano, spianarono la strada verso la vetta al D’Andò Jr, che nel mentre aveva già preso il posto del Caiazza. Quel che è ancora avvolto nel mistero è cosa sia accaduto dopo l’arresto dei Pietro Caiazza, ed è forse dietro questo mistero che si nasconde il movente degli omicidi Ferrara e Rusciano. Stando alle dichiarazioni della moglie del Ferrara infatti, il marito negli ultimi periodi della sua vita era entrato in affari con il gruppo Caiazza e che questa “intesa” si era improvvisamente rotta verso la fine del 2016 a causa –sembra- del mancato pagamento di un carico di bionde. Intanto le indagini vanno avanti senza sosta, Il delitto si colloca nel contesto di una lotta interna ad un’organizzazione che detiene il monopolio delle bionde nei quartieri a Nord di Napoli, come confermato da una nota firmata dal Procuratore aggiunto Filippo Beatrice: