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Camorra-Mafia: L’asse che lega il clan Polverino di Marano alla mafia di Palermo

Una holding ben strutturata composta da criminali ed imprenditori  che resiste ai colpi delle Forze dell’Ordine e della Magistratura, che si trasforma e si adatta ai cambiamenti delle condizioni degli ambienti in cui  prospera per rimanere in vita: è il business della droga a Marano, una delle voci principali del bilancio del clan Polverino.

Il clan retto da Giuseppe Polverino è da ritenere certamente la principale organizzazione criminale dedita all’importazione dell’hashishscrissero gli inquirenti a seguito di una retata-. Il traffico di hashish è sostanzialmente realizzato attraverso le paranze, vale a dire quelle  articolazioni del clan che mensilmente organizzano una o più importazioni.

Il business della droga, gestito interamente dal clan, ha una struttura capillare e precisa.

Marano – spiegano gli inquirenti– si raccolgono ingenti somme di denaro attraverso le cosiddette puntate fatte da affiliati e imprenditori. All’iniziale anticipo per l’acquisto degli stupefacenti segue il saldo finale con il quale si chiude il processo di acquisto della merce.

Questa strategia –descritta meticolosamente in Gomorra La Serie– ha però, nella fattispecie, un carattere singolare. Infatti, alle puntate partecipano non soltanto gli affiliati al clan ma anche semplici imprenditori e commercianti insospettabili che vogliono aiutare il clan e moltiplicare i propri capitali.
Questa precisa struttura da un lato consente al clan di mantenere sempre fluido il mercato della droga perché, non essendo gestito da un solo soggetto, non basta una retata o la cattura di un capo per far implodere la holding; dall’altro, grazie alla sua forte consistenza, ha creato le condizioni per dar vita ad un asse tra i maranesi e cartelli criminali della Sicilia. La giovani leve infatti –stando a quanto dichiarato dagli inquirenti- avrebbero aperto dei canali con i giovani ras della mafia di Bagheria.