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Cardito, stop alle ruspe: le case acquistate dal Comune non possono essere abbattute

Sentenza del Tribunale di Napoli in merito all’abusivismo edilizio sul territorio di Cardito: un caso che potrebbe fare giurisprudenza e rappresentare un precedente per quanto riguarda l’uso delle ruspe per l’abbattimento delle case abusive in Campania.

La sentenza fornisce un vero e proprio assist al governatore Vincenzo De Luca ed alla sua giunta: nel mese di marzo erano state  approvate le linee guida sull’abusivismo che mirano a consentire all’ente locale di acquisire al patrimonio un bene sul quale pende un ordine di demolizione e di fittarlo favorendo i cosiddetti “occupanti per necessità”: quelli che occupano perchè hanno bisogno di una casa. Quella di Cardito è la prima sentenza che blocca un abbattimento ma altre potrebbero arrivarne altre: sono infatti altri dieci i casi simili sollevati dal solo Comune di Cardito dinanzi al tribunale di Napoli.

Nel caso specifico di Cardito, l’amministrazione, guidata dal sindaco Giuseppe Cirillo, aveva dato vita ad una serie di provvedimenti che avevano portato il comune ad acquisire alcuni immobili abusivi: nonostante fosse stata disposta la loro demolizione. Ora, lo scorso 3 maggio il giudice del tribunale di Napoli, Serena Corleto ha accolto la richiesta di fermare la demolizione di un manufatto illegale, posto sotto sequestro nel 1990, per il quale la procura aveva emesso un’ingiunzione di abbattimento nel 2009: lo stesso comune aveva pure chiesto soldi alla Cassa depositi e prestiti per procedere alla demolizione del fabbricato abusivo.Evidenziato  il fatto che gli stabili, sotto il pericolo delle ruspe, sono diventati una risorsa per lo stesso Ente che può trarre beneficio economico. La tesi è stata condivisa dal giudice che ha così revocato l’ordine di demolizione. il Comune, inoltre, ha approvato il regolamento sull’housing sociale ed ha acquisito al patrimonio la casa abusiva: lì vivono anche i primi occupanti, gli stessi commisero l’abuso: dunque lo stabile ora potrebbe essere venduto o affittato a loro.

La Procura si era opposta alla richiesta del Comune sottolineando la genericità della destinazione indicata per il manufatto, l’assenza di una stima della redditività del fabbricato, l’assenza di un bando per un’eventuale assegnazione futura.Il giudice ha, però, respinto tutte le perplessità dei pm e ha dato ragione all’ente pubblico, richiamando più volte il regolamento del consiglio comunale sull’housing sociale:  la legge regionale nata sotto il governo Caldoro per sostenere l’edilizia a favore dei più bisognosi. Proprio la legge sull’housing sociale è diventata la scappatoia per evitare le ruspe: il consiglio comunale prima ha approvato un regolamento generale sull’edilizia popolare, poi ha dichiarato la prevalenza dell’interesse pubblico sull’abbattimento rispetto alla casa da buttare giù. Lo ha fatto con due delibere diverse, nel 2015 e nel 2016.

Ora la stessa Procura ha 15 giorni di tempo per presentare un proprio ricorso in Cassazione, così come previsto in circostanze del genere. Ecco, invece, le dichiarazioni del sindaco di Cardito dopo la sentenza:

La sentenza del tribunale di Napoli sul tema degli stabili abusivi acquisti al patrimonio comunale e sottoposti ad ordinanza di abbattimento, dice che la nostra amministrazione ha predisposto tutti gli  atti necessari per evitare un “terremoto artificiale” in città bloccando le demolizioni. Sto alle ruspe, quindi, grazie agli atti che abbiamo approvato. La bontà della nostra scelta è stata sancita dalla magistratura. Una vittoria senza precedenti, una sentenza unica in Italia. Eppure in paese qualcuno metteva in discussione l’operato e gli atti della giunta e del Consiglio annunciando l’imminente arrivo delle ruspe a Cardito: è stato smentito dai fatti. Questa è la conferma che operiamo nella legalità, a tutela degli interessi dei nostri cittadini.