Durante la mattinata di ieri, i Carabinieri di Torre Annunziata hanno eseguito un fermo nei confronti di 12 persone, ritenute affiliate al clan Gionta.
I Carabinieri di Torre Annunziata, guidati dal Colonnello Leonardo Acquaro, hanno eseguito un fermo nei confronti di 12 soggetti, ritenuti affiliati del clan Gionta. Tra questi Vincenzo Amoruso e Luigi Della Grotta, ritenuti dagli inquirenti, gli attuali reggenti del clan Gionta. Dalle indagine è emersa una folta attività estorsiva sul territorio e sono state riscontrate decine di attività estorsive ai danni di imprese, società di ormeggi e centri medici. Le somme mensili da versare al clan venivano decise in base alla capacità economica dell’attività commerciale e a queste si aggiungevano i 3 versamenti extra da effettuare in concomitanza con le principali festività dell’anno: Pasqua, Natale e Ferragosto. Dalle indagini è inoltre emersa una dettagliata spartizione del territorio. Certificati dei veri e proprio patti criminali che sancivano i confini degli imperi criminali.
La rivolta delle donne del
Nel clan Gionta le donne hanno sempre ricoperto un ruolo tutt’altro che marginale. Ieri mattina, mogli e madri si sono radunate all’esterno della Caserma di via dei Mille per attendere l’uscita degli arrestati. Per ogni auto con a bordo un arrestato, partivano baci, applausi, saluti e cori di arrivederci.
Ecco Luigi –si sente nelle immagini video diffuse da Il Mattino– guarda, Vincenzo, e subito il via ad applausi, baci e cori di vicinanza.
Una scena che si ripete ad ogni nuovo arresto.
E proprio le donne dei cori e degli applausi di ieri mattina, nei mesi scorsi, cambiati gli equilibri criminali tra i vicoli di Torre Annunziata, rivendicavano compensi adeguati alle posizioni dei loro mariti.
I nostri mariti hanno fatto la storia del clan, sono quelli che hanno conquistato i soldi dei negozianti. Dovete darvi da fare con le estorsioni, dovete aumentarci lo stipendio.
A battere cassa, secondo gli inquirenti, era la moglie di un ergastolano della vecchia guardia del clan Gionta, andata a pretendere la giusta attenzione da chi non gestiva in modo efficiente il business del racket.
Gran parte del denaro proveniente delle estorsioni, infatti, viene utilizzato dai clan per il sostentamento delle famiglie degli affiliati, con particolare attenzione per i detenuti.
Secondo a quanto ricostruito dall’Antimafia però, la precedente leadership Gionta aveva drasticamente ridotto gli stipendi degli ergastolani e delle loro famiglie, accordando un trattamento preferenziale a chi poteva dare un contributo più attivo alla causa del clan. Da qui, la rivolta delle donne degli ex Imperatori di Torre Annunziata.