Ritorna a Cesa l’Asprinum Festival, il festival del vino Asprinio.
Dal 9 all’11 giugno ritorna l’attesissimo Asprinum Festival, appuntamento immancabile per tutti gli amanti di cibo e vino di qualità. Per tre giorni le strade di Cesa (CE), antico borgo contadino nel cuore dell’Agro Atellano, si coloreranno di musica e colori per festeggiare il protagonista indiscusso di queste terre ricche di storia e tradizioni: il vino Asprinio.
Il festival, promosso e organizzato dalla Pro Loco Cesa, ha come obiettivo non solo la promozione dei prodotti enogastronomici locali ma anche la valorizzazione del patrimonio storico e paesaggistico atellano con lo scopo di fare da volano per l’economia del territorio.

La tre giorni del festival sarà caratterizzata da un ricco parterre di iniziative: percorsi gustativi a base di prodotti tipici locali, tour guidati alla scoperta delle grotte in cui viene conservato il vino, e ancora stand enogastronomici, rappresentazioni teatrali, intrattenimento per i più piccoli e tanta musica.
Ad aprire la serata del 9 giugno sarà Tommaso Primo le cui sonorità pop e naif rappresentano il punto di incontro tra tradizione napoletana ed atmosfere esotiche. Il 10 giugno si esibirà A Paranza ro’ Lione che farà ballare il pubblico a ritmo di tammurriate e danze popolari; sul palco salirà poi il comico di Made in Sud Antonio D’Ausilio. A chiudere il festival l’11 giugno sarà invece il giovane autore e chitarrista Emanuele Panza accompagnato dalla sua band.

L’Asprinio è un vino bianco molto apprezzato. Prodotto principalmente nel basso casertano, a cavallo tra gli agri atellano e aversano dove il terreno è prevalentemente di origine tufacea, deve l’origine del suo nome al sapore aspro. Vino leggero, dal colore giallo paglierino con riflessi verdolini, è caratterizzato da note agrumate leggermente mandorlate che gli donano un gusto fresco e secco.
L’Asprinio è essenzialmente un vino da pasto, da bere giovane e va servito freddo. Ideale per accompagnare la mozzarella di bufala aversana, si sposa bene con piatti a base di pesce non strutturati. La sua acidità lo rende adatto alla spumantizzazione ed è ottimo come aperitivo.

Altra peculiarità di questo vino straordinario è la tecnica di coltivazione: le viti sono “maritate” ai pioppi e salgono fino a 15/20 mt. d’altezza formando alte alberate colme di grappoli, uno spettacolo unico nel suo genere. La vendemmia avviene su lunghe scale ed è un lavoro da veri equilibristi. La maturazione avviene tra settembre e ottobre ed è affinata in grotte scavate nel tufo a 15 mt. di profondità.

Le origini dell’Asprinio sono antichissime. Secondo studi e ricostruzioni storiche si tratterebbe di un vino autoctono di derivazione selvatica: furono gli Etruschi i primi a coltivarlo secondo il sistema ad alberata viva con viti maritate, una tecnica rimasta intatta per millenni e tramandata fino ai giorni nostri. Le prime testimonianze documentate risalgono al Medioevo. Nel 1800 gli agri atellano e aversano furono destinati alla produzione di vini spumante da servire alla corte del Regno di Napoli.

Nel 1993 l’Asprinio ha ricevuto l’assegnazione del marchio DOC che l’ha consacrato sull’altare dei vini italiani. Tra i primi a riconoscerne e apprezzarne la particolarità fu lo scrittore e regista torinese Mario Soldati che scriveva:
“Non c’è bianco al mondo così assolutamente secco come l’Asprinio. Nessuno. Profuma appena, quasi di limone, ma in compenso è di una secchezza totale, sostanziale. Non lo si può immaginare se non lo si gusta. Un grande piccolo vino.”

Il grande impegno profuso dagli organizzatori dell’Asprinum Festival si inserisce pienamente in quel solco dove cultura, identità, storia e tradizione si incontrano per la promozione e la salvaguardia di questo piccolo grande vino che da anni lotta contro l’estinzione e che rappresenta un punto di partenza imprescindibile per la valorizzazione di tutto il territorio.
L’Asprinio è patrimonio di tutti ed ha bisogno del nostro sostegno!
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