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La vedova Moccia. La sua storia ed il rapporto con Afragola

La morte di Anna Mazza, meglio conosciuta come “a’ Signor” non è certo passata inosservata in quel di Afragola. La città infatti è da sempre stata roccaforte dei Moccia e, quando nell’aprile del 1976, il boss di camorra Gennaro Moccia venne assassinato è proprio lei, la moglie, che ha il compito di gestire il potere.

A meno di 40 anni si trova a gestire uno dei clan più potenti dell’intera Campania e lo fa con astuzia e senso degli affari, capendo subito che con le pallottole e con il caos fare molti soldi è molto difficile.

Nonostante il suo impero si espandesse ben oltre i confini campani, la vedova Moccia conserva un rapporto viscerale con la città di Afragola. Ha vissuto la sua detenzione e misure alternative come il soggiorno obbligato a Formia in seguito ad un’inchiesta del 1987, ma riusciva comunque a far sentire la sua presenza.

Probabilmente per questo fu spostata a Cadognè in provincia di Treviso. Ma anche allora riuscì a tornare ad Afragola. Si pensa infatti che fosse stata organizzata ad arte una rivolta per mandarla via, con tanto di petizione. Tutto per tornare nel suo feudo di Afragola.

Alla sua figura sono stati ispirati diversi romanzi e film, ma ciò che è certo è che il suo personaggio ha sdoganato la figura della donne di camorra che, prima di lei, venivano considerate in secondo piano.