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Sant’Antimo – Aiutava il boss latitante. 25enne agli arresti domiciliari.

Accusato di favoreggiamento personale con l’aggravante mafiosa. Ai domiciliari un 25enne di Sant’Antimo.

Lungo è stato il confronto dei carabinieri con il ragazzo di Sant’Antimo finito nella “rete” delle indagini riguardanti un boss latitante. Accusato di favoreggiamento personale con l’aggravante mafiosa, è agli arresti domiciliari.

Avrebbe procurato l’alloggio bunker in cui si è rifugiato il ras di un noto clan di Secondigliano per i suoi due anni di latitanza.

Ad indagare sul latitante e la sua “rete” di amicizie, i carabinieri del Nucleo investigativo di Napoli. Il gip di Napoli ha emanato un’ordinanza di custodia cautelare per il 25enne, su richiesta della Direzione distrettuale Antimafia.

Il ras aiutato è comparso nella lista dei 100 latitanti più pericolosi d’Italia e considerato il reggente del clan attivo tra Secondigliano, Scampia e San Pietro a Patierno.

Trovato dai carabinieri in un appartamento di Qualiano, in via Bixio, al secondo piano di una palazzina, l’11 Maggio 2016. Per lui tutti i comfort e le protezioni adatte.

I carabinieri del Nucleo investigativo di Napoli eseguirono il blitz verso l’ora di pranzo. Per il ras non vi è stata via di scampo. Si barricò prima dietro la porta blindata che i militari non esitarono a sfondare. Gli uomini dell’Arma lo trovarono in una stanza in cui si era nascosto,visibilmente dimagrito, non oppose resistenza.

Con l’arresto dell’aiutante, sembra possibile trovare ulteriori tasselli mancanti della vicende penali e illegali in cui è implicato il ras.