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Sant’Antimo – Un infiltrato racconta la storia di un imprenditore vessato dalla camorra

Imprenditore letteralmente soggiogato dal clan e fallito più volte per pagare il pizzo. La sua storia raccontata da un importante collaboratore di giustizia.

Un imprenditore di Sant’Antimo ha vissuto una tremenda vicenda, soggiogato dal clan del posto. La sua storia è stata raccontata da un importante collaboratore di giustizia, aggiunto agli altri 17.

Le sue dichiarazioni sono state fondamentali per le indagini che recentemente hanno permesso l’arresto di 7 esponenti della cosca in questione.

L’imprenditore ha dovuto notificare più volte il fallimento e chiudere le sue attività per le continue e pressanti richieste di estorsione. Si tratta di cifre davvero onerose.

Ha dovuto pagare proprio al collaboratore, due quote estorsive di 25 milioni di euro ciascuna. Tutto ciò di cui ha raccontato è finito nelle dichiarazioni in ordinanza di custodia cautelare a carico degli arrestati.

L’uomo ha poi raccontato che l’imprenditore ha avuto veramente molti problemi, tanto da chiedere allo stesso un aiuto economico.

Ha riferito anche di un particolare episodio in cui sarebbero coinvolti altri imprenditori di San Giovanni a Teduccio, zona sottoposta al controllo di un altro clan. Tali imprenditori dovevano all’uomo di Sant’Antimo, ben 430 milioni di euro per dei lavori effettuati.

Il capo di tale clan era, al tempo, in ottimi rapporti con il collaboratore e così la moglie di quest’ultimo, si è recata a casa del capo della cosca di Napoli. Ha intercesso per lui, facendogli riavere i soldi.

L’imprenditore non è mai riuscito a ribellarsi al clan. Ha dovuto prendere parte a degli illeciti per coprirne gli esponenti. Tra i fatti, l’aver nascosto armi e aver partecipato al summit che portò alla decisione di uccidere il boss di un clan rivale. La magistratura non ha ritenuto sufficiente le dichiarazioni, per un mandato di cattura.