Continuano le indagini sull’omicidio di Salvatore Caputo, il 72enne di Afragola ucciso il 25 maggio scorso con 12 colpi calibro 9(QUI LA NOTIZIA).
Gennaro Scala, su cronache di Napoli, definisce il delitto “decontestualizzante”, non per la matrice, chiaramente camorristica ma per la differenza che corre tra questo e gli altri delitti che nei mesi scorsi hanno macchiato di sangue le strade dell’hinterland partenopeo.
Salvatore Caputo infatti era un imprenditore incensurato che nella vita aveva avuto poco a che fare con la Giustizia: era stato coinvolto in un solo processo che si concluse con l’assoluzione in appello. Rocco D’Angelo(pentito di camorra) però, in alcune dichiarazioni fatte ai pm, aveva descritto ‘o curto come
il senatore del clan Moccia a cui era stato affidato il compito di effettuare investimenti per conto della cosca.
Ed è nell’ambiente della mala afragolese che gli inquirenti stanno concentrando la propria attenzione. Per gli investigatori infatti, l’ordine di uccidere Caputo sarebbe partito da Afragola. Circa gli esecutori, ancora nessuna certezza, tranne quella della provenienza. Stando a quanto emerso dalle indagini, pare che il grilletto sia stato premuto da dei killer professionisti provenienti da “fuori”, vale a dire da quegli ambienti su cui, negli anni, il clan Moccia di Afragola, ha messo le mani. L’unica certezza assoluta riguarda il movente: questione di soldi. Sempre Rocco D’Angelo aveva riferito ai Giudici che