Restano le distanze tra l’ala ortodossa di Roberto Fico e quella pragmatica guida dal neo candidato premier Luigi Di Maio. Durante l’assemblea congiunta dei parlamentari 5 Stelle sono stati chiesti chiarimenti a Di Maio sulle prerogative legate al suo nuovo ruolo di capo politico. Domande alle quali ha risposto evidenziando che a lui spetterà il compito di presentare il programma, le liste, il simbolo e di formare la squadra di ministri per le prossime elezioni.
Al netto dei toni distensivi, come riporta anche Il Messaggero, dall’ala critica filtra comunque delusione per l’assemblea di ieri sera: «Sembrava un question time…».
Di Maio è ora chiamato alla prova dei fatti. Gli ortodossi si aspettano aperture su una gestione più collegiale. In assemblea infatti è stato chiesto di dare più spazio, anche a livello mediatico, alle figure che sono rimaste fuori dai riflettori.
Uno dei terreni di scontro in futuro potrebbe essere la questione delle alleanze post elettorali, tema che potrebbe aprire un nuovo fronte interno tra i pragmatici e gli ortodossi. «Tra M5S e la Lega la distanza di visioni, idee, contenuti è siderale», ammoniva Fico in un post su Facebook a giugno. Il nodo potrebbe ripresentarsi dopo le elezioni, nel caso in cui M5S dovesse attestarsi come prima forza politica.