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Casalnuovo, inseguimento – Ecco perché fuggiva…

Il 23enne arrestato sabato a Tavernanova dopo un inseguimento finito con un testacoda, deve rispondere anche di resistenza a pubblico ufficiale. Oggi dovrà comparire davanti al giudice del Tribunale di Napoli Nord per il processo per direttissima.

Il padre è ritenuto dagli inquirenti vicino al clan Rea-Veneruso, lui invece era ristretto ai domiciliari per truffa, per questo non si è fermato al posto di blocco: non poteva stare in strada. 

Il ragazzo era alla guida di una Fiat 500 quando, insieme ad un suo complice, non si è fermato ad un posto di blocco a Pomigliano. Lì ha avuto inizio un lungo inseguimento terminato in località Tavernanova: la macchina ha impattato con una ruota contro lo spartitraffico, è finita in testa coda andando ad urtare un’altra auto. I due sono stati bloccati alla vista di numerosi passanti che hanno assistito alla scena. L’arresto è stato eseguito dai carabinieri della compagnia di Castello di Cisterna coordinati dal capitano Tommaso Angelone.

Portati in caserma, il 23enne è stato arrestato per evasione dai domiciliari (condannato per una precedente truffa con la “tecnica dello specchietto”) e resistenza a pubblico ufficiale. Il complice è stato denunciato solo per resistenza.