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Caso Consip – la versione di Romeo: “non ho mai incontrato il padre di Renzi”

Ecco la versione dell’imprenditore, napoletano sul caso Consip e sul presunto coinvolgimento di Tiziano Renzi, padre del segretario del PD. “Io non so cosa sia, un pizzino. E non ho mai incontrato Renzi senior. Ma certo potremmo parlare con lui dei pellegrinaggi… “

Romeo si esprime in questi termini in una intervista rilasciata a LA REPUBBLICA. Prima definisce l’inchiesta:

Un’inchiesta zeppa di vulnus, imprecisioni, scorrettezze

Prima parla di Marco Gasparri, ex dirigente Consip: l’accusa parla di 100 mila euro “concessi” da Romeo. L’influenza mourinhiana porta l’imprenditore a vederlo come un nemico:

 Magari Gasparri è un agente del nemico mandato per distruggermi. L’architetto Gasparri nei tre interrogatori ha via via modificato la sua versione: passando da soldi che gli sarebbero stati dati per truccare le gare, a soldi che gli sarebbero stati dati per informazioni prive di rilevanza. Poi le donazioni si sarebbero ridotte di entità, ed infine le avrebbe attribuite ad una mia prodigalità

Poi  precisa di non aver mai dato nulla allo stesso:

No, a Gasparri non ho dato mai nulla nè avrebbe avuto senso, essendo lui figuri del tutto ininfluente per le gare Consip. Piuttosto sono tante le cose che di questo personaggio non si sono verificate: come il suo ruolo in un pranzo di lavoro con un politico, un alto dirigente Consip ed il referente di un gruppo concorrente, per di più straniero….

Alludendo, addirittura, ad un complotto e esprimendo un giudizio molto severo su come è stata condotta l’inchiesta:

è malizia pensare che il signor Gasparri possa essere stato avvicinato dalle tante figure controverse che hanno agito in questa inchiesta piena di vulnus, imprecisioni e scorrettezze? Lei può escludere che Gasparri fosse un agente del nemico? che sia stato indotto a danneggiarmi per favorire i concorrenti? Come spiega che sono arrivate offerte dall’estero per acquisire Romeo Gestioni?

Successivamente si arriva ad una delle parti più succose dell’intervista. Il “tema” Tiziano Renzi e su una presunta cena tra i due:

Non ho mai cenato con Tiziano Renzi, nè l’ho cercato. Oddio se lui volesse conoscermi non avrei difficoltà ad incontrarlo. Un signore che può raccontarmi dei suoi pellegrinaggi e di com’era il suo figliolo quando era scout. Che ci sarebbe di male?

Nonostante gli venga fatto notare come Alfredo Mazzei, commercialista e per i pm attendibile test, abbia raccontato di aver saputo della cena proprio da Romeo.

Su Mazzei, direi alla Toscana che ha preso fischi per fiaschi

Fino alla spinosa questione del pizzino, che si ritiene scritto nel suo ufficio, sui “30mila euro per T.”:

Quello che lei chiama pizzino è qualcosa che non so  cosa sia, che io ed io miei legali non abbiamo mai visto, se non in una strana copia chissà dove e come ricostruita. Io prendo appunti solo per scrivere poesie che non pubblicherò. In genere trattano dell’invidia e della meschineria. O della violenza proterva e gratuita.

Infine  sull’accusa di aver ospitato a Napoli Carlo Russo, faccendiere Toscano amico di Tiziano Renzi, solo per arrivare a quest’ultimo:

Incontro e conosco migliaia di persone. Molte parlano a vanvera. Quanto a Russo è stato ospite dei miei hotel si, ma non gli ho mai chiesto di incontrare il suo amico Tiziano. Deve capire che io non mi fido di nessuno.