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Ddl Editoria, via libera del Senato. Provvedimento torna alla Camera

L’Assemblea di Palazzo Madama ha approvato con modifiche, con 154 voti favorevoli, 36 contrari e 46 astenuti, il Ddl Editoria relativo all’Istituzione del Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione e deleghe al Governo per la ridefinizione della disciplina del sostegno pubblico per il settore dell’editoria, della disciplina di profili pensionistici dei giornalisti e della composizione e delle competenze del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti”. Il testo torna ora alla Camera dei deputati. Ieri era arrivato il via libera, pressoché all’unanimità – con unico astenuto Giovanni Endrizzi dell’M5S – all’emendamento che introduce il tetto massimo di 240 mila euro per le retribuzioni e gli emolumenti dei dirigenti, del personale e degli amministratori della Rai. La proposta aveva trovato il plauso trasversale delle forze politiche tanto da essere fatta propria dal relatore del testo Roberto Cociancich del Pd ed aver ricevuto il placet del governo attraverso il sottosegretario allo Sviluppo Economico Antonello Giacomelli. Il provvedimento istituisce, tra le altre cose, il Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione, alimentato da risorse statali già destinate all’editoria e all’emittenza locale, da un contributo di solidarietà a carico delle società concessionarie di raccolta pubblicitaria e per una parte, fino a un massimo di cento milioni, dalle maggiori entrate del canone Rai. Conferisce inoltre le deleghe al Governo per ridefinire la disciplina del sostegno pubblico per il settore dell’editoria e dell’emittenza locale, per riordinare la disciplina pensionistica dei giornalisti. E detta disposizioni per il riordino dei contributi alle imprese editrici, introducendo un riferimento all’equo compenso dei giornalisti e dettando nuove disposizioni per la vendita dei giornali, prevedendo la liberalizzazione degli orari e dei punti vendita.