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Il fedelissimo della Raggi faceva affari con l’immobiliarista della Casta

Era stato definito da Grillo «un evasore di Iva» e da Di Battista «un gentleman detto “er cavallaro”», ma ora grazie ad un’inchiesta de L’Espresso, si scopre che Raffaele Marra, braccio destro della sindaca Virginia Raggi, faceva affari proprio con lui, Sergio Scarpellini.

Scarpellini è un immobiliarista romano famoso per esser definito il costruttore della Casta, in quanto proprietario di alcuni palazzi affittati per lustri dalla Camera dei Deputati a peso d’oro. Un imprenditore pieno di amici ed appoggi importanti considerato, dai big del Movimento Cinque Stelle, uno dei nemici pubblici numero uno della Capitale.

È sorprendente scoprire, dunque, che il braccio destro di Virginia Raggi, l’ex vice capo di gabinetto Raffaele Marra (dopo la crisi della scorsa settimana in procinto di trasferirsi, pare, ad altro incarico apicale) nel 2010 abbia comprato un attico proprio da una società del gruppo dell’immobiliarista, pagandolo 728 mila euro ottenendo uno sconto di quasi mezzo milione di euro rispetto ai prezzi di mercato. Circa il 40 per cento in meno rispetto a un altro acquirente che, nello stesso periodo, prese da Scarpellini un appartamento gemello dirimpetto al suo, pagato 1.204.000 euro Iva inclusa.
La compravendita di Marra fu perfezionata, tra l’altro, quando il dirigente era seduto – grazie agli eccellenti rapporti con l’ex sindaco Gianni Alemanno – sulla poltrona di direttore dell’Ufficio delle Politiche abitative del Comune di Roma e su quella, strategica, di capo del dipartimento del Patrimonio e della Casa.

Ma non è tutto, infatti ci sono altri particolari che rischiano di imbarazzare Raggi e il M5S.

Il dirigente comunale, che ha già versato una caparra nell’ottobre del 2009, il 23 giugno 2010 salda la Progetto 90 srl con un assegno da 400 mila euro, a cui aggiunge quello ottenuto attraverso un mutuo da 250 mila euro della banca Barclays. Ma Scarpellini sembra aver preso davvero a cuore questa compravendita: lo stesso giorno, davanti allo stesso notaio, compra la vecchia casa di Marra, in tutto quattro camere di una modesta palazzina distante poche centinaia di metri dalla nuova residenza.

Scarpellini per accaparrarsela gira a Marra un assegno da 400 mila euro attraverso la sua Progetto 90, stessa identica cifra che qualche minuto dopo Marra gira al gruppo Scarpellini per comprarsi l’attico.

Un nuovo affare per il funzionario: Marra nel 2003 aveva infatti acquistato la sua prima casa in via Francesco Gentile attraverso una cartolarizzazione fatta dalla società SCIP: l’immobile era infatti dell’Inpdap. Nel 2003 il fedelissimo di Virginia la paga poco meno di 140 mila euro. Sette anni dopo Scarpellini la ricompra a prezzo triplo.

Non sappiamo perché il costruttore fa, dopo il maxi sconto, un secondo favore al consigliere della sindaca. Scarpellini infatti non solo nell’appartamento non ci metterà mai piedi (vivendo in una stupenda villa sull’Appia Antica che fu di Silvana Mangano) ma se ne libererà appena possibile (un anno dopo) per 380 mila euro. Perdendoci dunque 20 mila euro.

Non sappiamo nemmeno se negli anni Marra e Scarpellini siano rimasti in contatto. È un fatto che, dopo qualche screzio con Alemanno, Marra sia poi stato nominato (dal 2011 al 2013) dall’allora governatore della Regione Lazio direttore Regionale del Demanio e del Patrimonio. Anche l’ente oggi guidato da Nicola Zingaretti ha affittato immobili da Scarpellini.

Chissà se Raggi, dopo il nuovo scandalo, riuscirà a proteggerlo ancora.