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Frattamaggiore. Spari ed incendio ad un deposito. L’ombra della camorra

Sant’Antimo. Continuano le indagini sull’agguato di domenica scorsa. Gli inquirenti cercano legami con l’incendio di Frattamaggiore. Caccia al secondo menmbro del commando.

Cintinuano le indagini dopo l’arresto di Giuseppe Russo, il nipote incensurato del defunto boss Francesco Verde.

La scorsa domenica, l’uomo fu bloccato dai Carabinieri della Tenenza di Sant’Antimo, dopo l’agguato ai danni di un imprenditore del posto.

Il lavoro degli inquirenti mira a chiarire il contesto dentro il quale è maturato il raid e ad individuare una seconda figura che avrebbe preso parte al l’agguato. Ma non è tutto.

Poche ore prima dell’agguato di domenica infatti, divampò un incendio in un deposito di proprietà dell’imprenditore sito a Frattamaggiore. Ancora ignota la matrice ma non si esclude che i due eventi, l’agguato e l’incendio, siano collegati.

Il 35enne fermato dagli uomini del Capitano De Lise, è nipote di quel Francesco Verde, noto negli ambienti criminali come il Negus, che fino alla sua morte detenne le redini del potere criminale a Sant’Antimo. Morte che fa da spartiacque tra due fasi criminali distinte.

Come testimoniano diversi collaboratori di giustizia, tra cui anche l’esecutore materiale dell’omicidio Verde, Vincenzo Marrazzo, il quale riferì che la decisione dell’omicidio maturò negli ambienti facenti capo al suo gruppo criminale e a quelli del clan Puca.

Negus, dopo l’indebolimento delle famiglie Petito ed Aversano, avrebbe tentato di estendere i confini del proprio regno criminale. E i sodalizi rivali gli avrebbero tolto la vita per porre fine alle sue mire espansionistiche.