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Gentiloni, la pedina di Renzi per vincere le elezioni

«Non è vero che io pensi solo ad andare lì. Mi hanno dipinto così, ma io non ho questa ansia. Nel Pd ci sono molte persone che potrebbero andare lì, uno è Gentiloni. E comunque il premier lo deciderà il Parlamento». 

Lo ha detto Matteo Renzi nella serata di ieri a Di Martedì, trasmissione condotta da Giovanni Floris, dove ha aggiunto : «non importa chi di noi governa, l’importante è che il Pd vada al governo».

Dunque anche Renzi, come aveva già fatto Rosato, mette tra le possibili ipotesi alla candidatura per la presidenza del consiglio l’attuale premier Gentiloni che, ricordiamo, gode anche di una notevole simpatia da parte del popolo italiano come hanno mostrato recenti sondaggi sulla popolarità dei leader.

Gentiloni sarebbe inoltre un nome in grado di riunire le varie componenti del PD. Da uomo moderato, sarebbe capace di allargare i confini di una possibile coalizione che Renzi non esclude ed anzi ha sottolineato più volte che:

 «le elezioni si vincono anche al centro»

Al centro ma non solo, come è noto infatti, Pisapia è in buoni rapporti con Gentiloni e potrebbe portare con se alcune personalità che non hanno ancora ceduto alle sirene di Mdp.

Lo stratagemma a cui potrebbe pensare Renzi è così spiegato: potrebbero esserci due papabili Premier nella stessa coalizione, uno è lui medesimo, legittimato dai 2 milioni di voti delle primarie, l’altro potrebbe essere lo stesso Gentiloni. Chi dei due sarà il Premier lo si vedrà dopo le elezioni, a seconda dei numeri che le diverse forze politiche potranno vantare.

Va da sé che il Segretario PD pensi di poter ampiamente vincere la sfida, riuscendo quindi a godere anche dei voti dell’attuale Premier che, da avversario, potrebbe invece essere una semplice pedina dello scacchiere renziano.

Una tesi neanche tanto occulta e che sta facendo sempre più proseliti nel PD, come dimostrano le dichiarazioni che il Senatore Andrea Marcucci  scrive sulla sua pagina facebook:

Non esiste una problema legato al candidato premier del centrosinistra. La legge elettorale non lo richiede. Matteo Renzi sarà il capofila della lista Pd, legittimato dal voto delle primarie, peraltro unico segretario di partito ad averle fatte. Esattamente come avviene con Silvio Berlusconi, Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Luigi Di Maio, candidati solo per le rispettive liste di partito.
Il premier si vedrà dopo le elezioni, a seconda dei numeri che le diverse forze politiche potranno vantare. Ora è il tempo di costruire una coalizione di centrosinistra competitiva e di non perdersi in discussioni fantasiose ed autolesioniste.