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Giustizia: Orlando, il governo rischia di cadere

“Abbiamo numeri risicati su una materia incandescente ed escludo che ci sarà la convergenza di altri gruppi parlamentari, a partire da Ala. Per questo è indispensabile verificare se esistano le condizioni per il percorso ordinario”. La fiducia “presenta altri rischi oggettivi”. Lo dice il ministro della Giustizia Andrea Orlando in un’ intervista al Corriere della Sera a proposito della riforma del processo penale attesa in Senato. “Il Nuovo centrodestra e un pezzo di Pd non si fidano uno dell’ altro, basta che qualcuno non si presenti al momento del voto e il gioco è fatto”, spiega. “Per questo l’ altra sera Renzi ci ha chiesto opportunamente di verificare prima la situazione. Ncd ha già dimostrato grande diffidenza rispetto agli emendamenti presentati da un paio di senatori del Pd, Casson e Lumia, facendo mancare il numero legale”. Alfano “mi ha assicurato che avrebbe fatto un lavoro sui suoi parlamentari, è stato lui ieri (lunedì, ndr) a chiedere di mettere la fiducia”. Orlando ammette di non essere un fan del voto di fiducia: “Ho sempre detto, trattandosi di materia penale, che preferivo cominciare a votare sui singoli articoli e vedere come andava. La materia è molto divisiva e non sono mancate, nella discussione, posizioni differenziate anche dentro il Pd. Ma i capigruppo mi hanno detto che non erano in grado di garantire questo percorso. Perciò s’è posto il problema della fiducia, che però presenta altri rischi oggettivi. C’è grande cautela per quello che può avvenire sul piano politico generale, più che paura sul merito del provvedimento”. Orlando sottolinea che Renzi non vuole far morire la riforma: “Se avesse voluto bloccare la legge, in passato avrebbe avuto più di un’ occasione. Ci ha solo invitato a monitorare bene le condizioni al Senato. Io sono d’ accordo a verificare se ci sono le condizioni per il percorso ordinario che comporta la prova dei voti segreti sui singoli emendamenti, fatta salva la tenuta sui passaggi essenziali”.

(ANSA)