Il Governo tenta il rilancio: contributi dimezzati per chi assume giovani a tempo indeterminato
L’obiettivo del Governo Gentiloni per la prossima legge di bilancio è chiaro: ridurre il cuneo fiscale per le imprese.
Il Paese, anche se lentamente, sembra ripartire. I dati Istat certificano un incremento occupazionale. Più 23.000 unità di lavoro nel mese di giugno e un’occupazione femminile che tocca il 48.8%, dato più alto dal 1977 ad oggi. Anche il Pil cresce, e gli investimenti sono in forte ripresa. Ma le agevolazioni varate dal Governo Renzi stanno per esaurirsi e il rischio è di rimanere senza incentivi per le nuove assunzioni. Da qui l’esigenza di un abbattimento del cuneo fiscale. Secondo i dati Ocse, nel nostro Paese, il cuneo fiscale è pari al 47,9%, ciò significa che per ogni 100 euro, un lavoratore costa all’azienda 47,9 euro. Il lavoro del Governo si muove nella direzione di un alleggerimento della spesa per le aziende e per i lavoratori, trasferendo il 50% del costo complessivo sul bilancio dello Stato, con un intervento finanziario che andrà dagli 1,5 agli 2,5 miliardi all’anno. L’intervento più incisivo riguarda i lavoratori sotto i 30-35 anni. La riduzione infatti favorisce chi assume giovani a tempo indeterminato ed è prevista per la durata di tre anni. Soluzione questa che farebbe risparmiare all’impresa circa 3-4mila euro l’anno per ogni nuovo dipendente.
L’obiettivo –dice il Ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan– è quello mantenere in vita il provvedimento anche successivamente ai primi tre anni, cioè di renderlo “strutturale”.
Ma c’è un’altra questione che riguarda la necessità di trasformare i contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato. Circa 460.000 del 1.000.000 di posti di lavoro creati dal 2013 ad oggi infatti, è a tempo determinato. L’obiettivo del Governo dunque è quello di introdurre, oltre allo sgravio fiscale per coloro i quali favoriranno l’occupazione giovanile, un taglio netto del cuneo per coloro i quali stabilizzeranno i dipendenti.