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Grillo e Salvini vogliono il #VotoSubito, Renzi pure. Gentiloni è già un ricordo?

La decisione della Consulta che si è pronunciata oggi ha aperto il campo a chi premeva per andare al voto il prima possibile. I tre leader principali della politica italiana: Grillo, Renzi e Salvini sembrano intenzionati a non attendere la fine naturale di questo Governo.

Matteo Salvini, leader del Carroccio ha dichiarato, in maniera netta:

“Andiamo subito al voto per dare agli Italiani un Parlamento normale, cosa che oggi non hanno. Questa è una bella giornata per la democrazia. Penso che la primavera è oramai alle porte e per me si può andare a votare subito dopo Pasqua. Non vedo l’ora di provare a girare l’Italia”

Beppe Grillo invece, attraverso il suo blog ha fatto sapere:

Non ci sono più scuse. La corte costituzionale ha tolto il ballottaggio, ma ha lasciato il premio di maggioranza alla lista al 40%. Questo è il nostro obbiettivo per poter governare. Ci presenteremo agli elettori come sempre senza fare alleanze con nessuno. #Obiettivo40PerCento

Poi specifica che lo strumento elettorale sul quale si è pronunciata la Consulta è valido solo per la Camera, ma il MoVimento ha già pensato a come risolvere il problema:

Il Legalicum per ora è valido solo alla Camera, al Senato c’è ancora il vecchio Consultellum. La nostra proposta, fin dal giorno della vittoria del NO al referendum, è sempre la stessa: applichiamo il Legalicum al Senato con i dovuti correttivi e andiamo a votare subito. Ci vuole una legge di poche righe e i voti dei parlamentari. C’è una proposta di legge del MoVimento 5 Stelle già depositata in Parlamento, chi non la voterà lo fa perchè vuole intascarsi la pensione a settembre, dopo appena quattro anni e mezzo di lavoro quando un cittadino normale non sa neanche se arriverà mai a prenderla.

Al momento non ci sono dichiarazioni ufficiali del leader del PD, Matteo Renzi, ma dal Nazareno fanno sapere che le intenzioni dell’ex capo di Governo sono chiarissime: tornare a palazzo Chigi il prima possibile. Si proverà quindi ad armonizzare lo strumento elettorale al Senato e qualora non si trovasse un accordo, si andrebbe subito al voto. Infatti, Lorenzo Guerini, Portavoce PD fa sapere:

Il PD non ha paura delle elezioni, nell’ultima assemblea abbiamo detto chiaramente che siamo disposti ad andare al voto

Nonostante i due diversi sistemi elettorali alla Camera ed al Senato, il Prof. Roberto D’Alimonte, docente dell’Università LUISS, spiega che è possibile andare al voto:

Ci sono i margini per andare al voto in queste condizioni. I sistemi non identici ma simili e possono essere utilizzati perché hanno una struttura simile. Sarebbe meglio che il Parlamento intervenisse, ma si può andare subito a votare.

Potrebbe esserci quindi, un tentativo di armonizzare Camera e Senato, per tenere fede alla richiesta del Presidente della Repubblica. Ma, se i presupposti sono questi il Governo Gentiloni potrebbe dirsi già ai titoli di coda e restare un breve, brevissimo ricordo.