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La Raggi teme l’arresto e pensa all’autosospensione

«Virginia si sta preparando, deve autosospendersi, teme di essere arrestata». Questa è la voce che nelle ultime ore corre sulla chat interna del Movimento.

«Ragazzi, Roma è un gran bordello, tutti vogliono fare in modo che la giunta salti. E vogliono arrestare la sindaca».

Il motivo per cui il pm potrebbe chiedere la custodia cautelare non è il pericolo di fuga della sindaca o la reiterazione del reato, ma l’inquinamento delle prove.
Ma come riporta il Giornale, i magistrati avrebbero già tutti i documenti che servono, vogliono chiudere in fretta l’inchiesta.

Le loro mosse, l’ipotesi del giudizio immediato, inducono a credere che i pm abbiano le carte che servono per arrivare a una condanna di primo grado. Che per la legge Severino significherebbe sospensione della sindaca. Questo il quadro dell’inchiesta, che non basta, ma forse serve a comprendere quanto sta accadendo a Roma. Meglio, può aiutare a decifrare perché, quasi all’improvviso, nella giornata di ieri, nei dialoghi tra Grillo e i suoi si sia diffusa la sindrome dell’arresto. Nel primo pomeriggio tutte le comunicazioni si concentrano sul rischio dell’arresto e alla fine spunta una linea che potrebbe materializzarsi già nelle prossime ore: «Virginia Raggi si autosospende, lunedì va a parlare  con i magistrati e chiarisce tutto. Se le verrà chiesto di essere ascoltata altre volte l’autosospensione andrà avanti fino a quando tutto non sarà chiarito».
In sintesi: Raggi si autosospende per scacciare i timori di un possibile arresto.