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L’addio di Putti al M5S: “Stanchi di obbedire a un algoritmo”

Nel 2012 Paolo Putti era stato il candidato sindaco del M5S a Genova. Un antesignano del Movimento, uno che ci credeva davvero, uno che veniva dalla sinistra, dal lavoro in cooperativa, dall’idea che «la gente andava convinta al di là del consenso».

Ma a pochi mesi dalle nuove elezioni comunali lo scenario è cambiato: colui che per anni ha rappresentato l’essenza stessa del Movimento, giovedì sera è uscito dal M5S insieme ad altri due consiglieri, fondando “Effetto Genova“. Storia di un addio annunciato, verrebbe a dire. «Non ne potevamo più di obbedire ad un algoritmo, di non avere la libertà di pensiero e di parola, di essere delegittimati con un semplice post scriptum sul blog» spiega Putti. «La mia priorità sono i cittadini e se li devo difendere li difendo anche da questo Movimento».

Nell’intervista riportata su Il Secolo XIX Putti espone anche i motivi che l’hanno convinto nel compiere questa decisione.

«I motivi sono tanti. Ero entrato in un Movimento che chiedeva molte cose, anche sacrifici e noi ci siamo tagliati il gettone, ma c’erano punti fermi e non solo la ricerca del consenso, i pensava al bene comune. Ora invece si parla alla pancia della gente e ci dicono che si deve votare no a prescindere. E poi la delegittimazione, insopportabile: ci sono le comunali, no? Organizziamo un’assemblea, stabiliamo un percorso e subito dopo arriva un post scriptum sul blog di Grillo che ci sconfessa».