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Di Maio: “Restituisco metà stipendio”. Ma la verità è ben altra

«Ogni eletto percepirà un massimo di tremila euro di stipendio, il resto dovrà versarlo al Tesoro, e rinunciare a ogni benefit parlamentare, iniziando dal vitalizio». Questo era quanto scritto sul blog di Grillo, all’alba dei tempi nel comunicato politico numero 45. Ma da una semplice analisi, grazie al sito tirendiconto.it, possiamo vedere che almeno due dei principali esponenti a 5 Stelle, Di Maio e Di Battista, come riportato anche da La Stampa, tra indennità e rimborsi, percepiscono una media superiore ai diecimila euro al mese. In alcuni casi, viaggiano sui 12mila, o 13mila.

Dall’interno del Movimento stesso però iniziano ad arrivare inviti alla sobrietà, lo stesso Nicola Morra ieri scriveva «Tutti abbiamo spese per sostenere sul territorio eventi che riteniamo necessari per veicolare i contenuti di cui ci facciamo alfieri, però tutti siamo chiamati a farlo con la dovuta sobrietà». Luigi Di Maio replicando alla critica mossa dall’interno del gruppo parlamentare sui 108mila euro extraindennità spesi per generici “eventi sul territorio” scriveva «Ho restituito ai cittadini italiani in tre anni e mezzo 204.582,62 euro. (…) Da quando sono stato eletto deputato e poi vice presidente della Camera avrei avuto diritto a stipendio aggiuntivo da vice presidente, stipendio pieno da deputato (di cui restituisco la metà), spese di rappresentanza, auto blu, telepass gratuito, cellulare di servizio, spese gratuite in tipografia, tutti i rimborsi spese che non uso e non rendiconto. Ma ho rinunciato».
Anche Alessandro Di Battista non se la passa poi così bene, visto che a giugno tra indennità e rimborsi incassa e spende un totale di 9564 euro (3187 più 6377), e solo a maggio un totale di 10030 (3202 più 6825).

Poi, invece ci sono parlamentari che invece non rendicontano da 9 mesi ed altri espulsi per molto meno, come Massimo Artini nonostante avesse prodotto tutti i bonifici.